Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film
Festa Campanile mette insieme due storielle che non hanno nulla da spartirsi, ma comunque prese singolarmente non deludono. Montesano e Celentano sono in grado di reggere da soli il film (che attorno a loro due è stato appunto scritto), ad ogni modo le sceneggiature (del regista con il fidato Jemma ed Oldoini) non sono malaccio ed aiutano: si ride, e nemmeno della grossa. Fra le valide spalle, Leroy (nel ruolo del Papa!) e Mario Carotenuto nel primo episodio, Montagnani e la Carati nel secondo; Celentano non risparmia la tirata ecologista nel finale ('meglio un albero oggi che un prete domani'). Tutto abbastanza prevedibile, soprattutto nella seconda parte: meglio Montesano nei soliti panni di 'borgataro'. Un pelo sotto la sufficienza: non è un brutto lavoro, ma lascia il tempo che trova.
Due episodi. Un vetturino romano perde una scommessa con gli amici, ma realizza il suo sogno: conoscere il Papa. Ribalterà così la scommessa. Un prete moderno fa prediche progressiste e nel tempo libero fa il ballerino.
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