Regia di Warwick Thornton vedi scheda film
VENEZIA 74 - CONCORSO
Alla fine degli anni '20 troviamo Sam, un aborigeno che vive pacificamente con la moglie e una figliastra presso la fattoria di un pastore di anime, oltre che di greggi, pacifico e umano - quest'ultimo - in un mondo, quello dell'Australia dei coloni, ostile e prevaricatore nei confronti dei nativi, sottomessi e schiavizzati.
Quando il padrone presta Sam e famiglia per qualche giorno ad un nuovo colono, per cortesia di vicinanza, costui si dimostra presto un uomo affetto fa rancori e turbe psichiche, conseguenza probabile e frutto del periodo traumatico trascorso al fronte. In un solo giorno finisce che la tensione ed un malinteso su un orologio sparito al nuovo venuto, nonche soprattutto di un abuso sessuale del padrone sulla moglie di Sam, provocano reazioni inconsulte da parte del nuovo padrone, che reagisce con una furia che costringe il servo a reagire, fino ad ammazzare per legittima difesa il folle nuovo venuto.
Sarà caccia all'uomo da parte del garante della giustizia locale, uomo pure lui rancoroso e prevenuto con i locali, che considera selvaggi, ma ancora in grado di discernere il bene dal male.
Seguirà un processo da parte di un giovane, inesperto ma illuminato giudice, che saprà scoprire la verità sepolta da reticenze, pudori e minacce per nulla velate. Ma la vendetta e la cospirazione vanificheranno ogni sforzo democratico e di giustizia.
Sweet Country ci fa scoprire Warwick Thornton in un "Eastern" cupo e pessimista che procede solenne e senza plateali scene madri, che non siano estatiche e funzionali visioni paesaggistiche di un territorio dalla bellezza prepotente.
Echi malickiani sostiene qualcuno, mentre io propenderei, nella necessità di spingermi ad un paragone, per un western asciutto e duro, ma efficace, senza fronzoli alla Pale Rider o Unforgiven.
Con le doverose cautele del caso.
Nel cast troviamo due grandi attori australiani come Sam Neil e Brian Brown, sempre di gran carisma e classe.
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