Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
Tour de force per Renzo Montagnani, che deve sbaciucchiare cosce, mordicchiare capezzoli, accarezzare natiche, sollevare gonne e via dicendo per un'ora e mezza tutta d'un fiato, senza pausa. Spogliarelli che si susseguono in uno studio medico per 90 minuti, battutacce grevi ed una storia praticamente nulla, pretestuosa e stupidina. Joe D'amato, il regista, è piuttosto noto per lavori di altro stampo, ma essendo per l'appunto uno dei più celebri registi nel mondo del porno, probabilmente per lui questo Ginecologo della mutua è un film addirittura casto; il buon budget a disposizione per il cast è testimoniato dalla presenza (spiegabile solamente in termini di soldoni) di Aldo Fabrizi, in una particina (il genero di Montagnani); fra gli altri interpreti anche Mario Carotenuto, Isabella Biagini, Paola Senatore, Massimo Serato, la bellissima Karin Schubert: sugli attori per lo meno non si è lesinato. Su tutto il resto sì. La solita, colossale baggianata che in Italia andava per la maggiore alla voce 'commedia' in quegli anni: mogliettine provocanti ed infedeli, industrialotti incapaci di soddisfarle e dottori satiri a chiudere il triangolo. Blah. L'attinenza con il film di Zampa con prtoagonista Sordi (Il medico della mutua, 1968) si fermano ovviamente al titolo. Musiche di Renato Serio, l'unico elemento Serio di tutta la baracca. 1,5/10.
Un ginecologo con grossi debiti fugge in Polinesia; al suo posto subentra un sostituto molto focoso: le pazienti tornano spesso e volentieri dal nuovo dottore e ovviamente si tratta di visite molto approfondite. In particolare il sostituto troverà fortuna mettendo incinta la moglie di un facoltoso sterile.
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