Trama
A Detroit nel 1967 è in corso una delle più grandi e più intense rivolte della storia degli Stati Uniti. Due giorni di disordini e la notizia della presenza di armi vicino al motel Algiers spingono la polizia a intervenire ricorrendo a interrogatori sempre più violenti che causeranno morti e feriti.
Approfondimento
DETROIT: UNA DRAMMATICA PAGINA DI STORIA
Diretto da Kathryn Bigelow e sceneggiato da Mark Boal, #Detroit si concentra sugli eventi che si verificarono a Detroit, nel 1967, durante una terrificante nottata a causa di alcuni disordini che portarono a traumatiche conseguenze. L'estate 1967 rappresentò infatti un momento fondamentale nella storia moderna americana, quando gli Stati Uniti, attraversati da crescenti disordini politici e sociali a causa dell'impegno nella guerra del Vietnam e dei decenni di ingiustizia razziale e repressione, conobbero grandi sollevamenti da parte della popolazione. Gli epicentri del malcontento e della rabbia pronta a esplodere furono le grandi città, dove più forti erano la discriminazione e le disparità razziali in ogni settore.
In particolar modo, #Detroit racconta ciò che accadde due notti dopo che iniziò la rivolta nella capitale del Michigan, famosa per le sue fabbriche di automobili: il ritrovamento di armi da fuoco in prossimità di una caserma della Guardia Nazionale indusse il Dipartimento di Polizia di Detroit, la Polizia di Stato del Michigan, la Guardia Nazionale dell'Esercito del Michigan e un servizio di guardie private locali a prendere possesso di un edificio nei pressi dell'Algiers Motel. Mettendo da parte le regole procedurali, diversi poliziotti interrogarono con forza i perplessi ospiti del motel nel tentativo di intimidire le persone e portarle eventualmente alla confessione. La situazione, però, sfuggì a tutti di mano: all'alba, si contarono tre giovani neri, disarmati, uccisi e nove persone (sette uomini neri e due donne bianche) brutalmente picchiate.
Con la direzione della fotografia di Barry Ackroyd, le scenografie di Jeremy Hindle, i costumi di Francine Jamison-Tanchuk e le musiche di James Newton Howard, Detroit rappresenta il terzo tentativo della regista Kathryn Bigelow di presentare eventi controversi e reali unendo dramma, thriller e cinema verité. Seguendo il particolare stile di scrittura dello sceneggiatore Mark Boal (definito dagli americani come "you are there" narrative), la Bigelow porta lo spettatore al centro del racconto facendogli sposare il punto di vista dei protagonisti. Dopo aver analizzato le conseguenze del terrorismo e della guerra in Oriente in The Hurt Locker (2008) e Zero Dark Thirty (2012), la Bigelow e Boal puntano l'attenzione su un altro scontro culturale destinato a sfociare in guerriglia: la Detroit del 1967, una città segnata da decenni di trascuratezza e promesse infrante, da separazioni razziali e da discordie civili.
In un continuo alternarsi di vittime e carnefici, Detroit ricostruisce cosa è accaduto all'interno dell'Algiers Motel quasi in tempo reale rendendo onore a chi è sopravvissuto e a coloro che sono morti ingiustamente in nome di una causa degna di rispetto. Nel 2014, per rendere più veritiero il racconto, un team di ricercatori ha raccolto all'interno della comunità afro-americana aneddoti e ricordi, venendo a conoscenza della storia di Larry Reed, inserita poi nella sceneggiatura. Cantante del gruppo The Dramatics, Larry Reed aveva preso quella notte del '67 una stanza all'Algiers motel per se stesso e per l'amico Fred Temple, vivendo così uno degli eventi che avrebbe per sempre segnato la sua esistenza. Ancora in vita, Reed ha accettato dopo molto esitazioni di condividere la sua esperienza e di far luce su un evento che spesso, ancora oggi, viene dimenticato dai libri di storia.
Il cast
A dirigere Detroit è Kathryn Bigelow. Regista e produttrice, la Bigelow ha firmato Zero Dark Thirty (nominato a 5 Oscar e premiato per il miglior montaggio sonoro) e The Hurt Locker, titolo che ha guadagnato ben 6 Oscar tra cui quello al miglior film, alla migliore regia (segnando un record: la Bigelow è la prima… Vedi tutto
Trailer
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Commenti (21) vedi tutti
Buon ritmo, soggetto interessante, e' stato giusto farlo questo film, e oltre che piacevole e' doveroso vederlo.
commento di Pollon82Un film che nella prima parte oscilla tra documentario e ricostruzione e poi, via via che entra nel cuore della vicenda, si fa drammatico e concitato come gli avvenimenti di una delle pagine più buie nella storia americana
leggi la recensione completa di galavernaNon male, si lascia ben guardare nonostante un avvio stentato che impiega un bel po' a guadagnare interesse, poi però ripaga le aspettative. Certo non siamo ai livelli magistrali di The Hurtlocker e malgrado il mio interesse minimo per le politiche sociali e ciance immigrazioniste varie, il film mi ha intrigato e appassionato.
commento di Lupo65Ben fatto!!! Che dire... gente senza cervello da entrambe le parti. Quando il presupposto è questo certo non possono che accadere disastri. 9
commento di BradyCinema palpitante, dalla drammatizzazione infuocata (seppur soventemente romanzata) e dei parallelismi agghiaccianti con la realtà contemporanea.
commento di Stefano LAttraverso una messa in scena di una potenza impressionante, Kathryn Bigelow fa leva sui corpi martoriati degli attori e ne cava un film fisico, viscerale, teso come una corda di violino, che restituisce alla perfezione la brutalità dell'episodio narrato senza mai trascurare la complessità del quadro storico, sociale e culturale. Voto 8,5
commento di rickdeckardPerché io metto il voto al film e il sito lo cancella?
commento di ENNAHFilm teso, accurato, certamente interessante, ma anche discutibile, poiché se è vero che la nostra solidarietà è sollecitata verso i poveretti umiliati e offesi, è altrettanto vero che dalla lunghissima durata di quelle scene e dal distacco gelido del modo di raccontare sembra emergere un certo impudico compiacimento descrittivo...
leggi la recensione completa di laulillaUn film che andrebbe visto non solo per il soggetto trattato ma anche per le sue qualità oggettive.
commento di FrranciL'ABC del politicamente corretto (dopo il politicamente scorretto di PB ed il politicamente schierato di ZDT). Il 'dagli al negher' ha alla base l'inurbamento post bellico (primo e secondo), il resto e' accademia, legal ending incluso.
commento di maurizio73Film prodotto nel 2017, cinquant'anni dopo i fatti che racconta. Di scottante attualità pensando a quel che sta avvenendo in questi giorni negli Stati Uniti. Ottimi attori e grande regia.
leggi la recensione completa di hupp2000I tumulti "razziali" del 1967 a Detroit divengono un cinema "nevrotico" e serrato, la lettura sociale è trascritta nel nervosismo della regia.Le 4 mura dell' hotel sono lo spazio condensato di un tempo e un epoca abbrutita dal razzismo.
leggi la recensione completa di GIMON 82Film "emotivo", claustrofobico nell'impianto generale. Soggetto semplice, buoni contro cattivi e viceversa, io ti minaccio con la pistola (finta), e tu mi spiani con i cannoni (veri). Forse troppo lungo (30 minuti in meno sarebbero stati perfetti), e qualche compiacimento nella violenza. Film minore della Bigelow, non riuscito del tutto. Voto 5
commento di ivcaviccOttimo film di storia recente. Teso, rigoroso ma con buon piglio narrativo. Ottimo il cast. Kathryn Bigelow si conferma regista di talento.
commento di Greatmax54Come descrizione dei fatti reali si può anche visionare,per altri motivi è sconsigliato.voto.4.
commento di chribio1Una drammaticità che tiene incollati per tutto il tempo.
leggi la recensione completa di leporelloBolzaneto.
commento di irvineUn raro esempio di grande cinema.
leggi la recensione completa di Carlo Cerutisu temi classici del cinema di denuncia, Bigelow innesca la sua modernissima capacità di girare l'azione dal di dentro, questa volta nella soffocante clausura delle stanze di un albergo di Detroit, producendo un film quasi epico
commento di carloz5Vi siete mai accorti che la bellezza di un film è inversamente proporzionale a quante volte si sia costretti a ispezionare lo screen dell' I phone o per i più fortunati un orologio visibile al buio?
leggi la recensione completa di gaiartPartendo da una ricostruzione il più possibile fedele dei fatti, ottenuta con un grande lavoro di documentazione consistente anche nella raccolta delle testimonianze di tre superstiti, Boal butta giù una sceneggiatura divisa sostanzialmente in tre atti, e Bigelow la traduce in immagini con uno stile immersivo fatto di camera a mano e primi piani.
leggi la recensione completa di pazuzu