Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film
Qui c'è la mano solo della regia da parte di Festa Campanile, che nell'ultima parte della sua carriera ha cercato di ottenere cose diverse, dalle povere cose per cui si è messo a disposizione del comico mediocre di turno, per cui ha riempito da metà anni '70 e '80 gli schermi italiani insieme a Castellano e Pipolo, ed con l'aiuto di due interpreti di alto livello come Tognazzi e la Melato ha potuto affrontare un tema che si poteva esporre ad un livello a dir poco pecoreccio, ed invece il gradino è stato decisamente superiore, senza, naturalmente gridare al miracolo. Il titolo è di per rappresentativo, la sfida quindi era difficile a vincere, ma sia l'ambientazione che le situazioni ed i dialoghi hanno saputo giostrare al meglio, senza sfiorare il ridicolo o il cattivo gusto. Viene fuori, con molta ironia, una critica sociale anche un po' qualunquista, ma posta nella maniera giusta e ben equilibrata dalla bravura di un Tognazzi al massimo della sua abilità di interprete.
A Luigi Magni non piacque la scelta di Tognazzi.
In personaggio vero, ma la storia ha delle libertà
Una delle sue regie migliori, grazie anche al cast ed alla scenggiatura
Un Tognazzi che con buon gusto, senza rinunciare a niente, supera sé stesso
Una, quasi, divina creatura ed una stupenda attrice
Un ruolo non molto segnato
Doppiato, fa il ruolo del figlio anche nel film
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