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Castaway, la ragazza Venerdì

Regia di Nicolas Roeg vedi scheda film

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La recensione su Castaway, la ragazza Venerdì

di maso
6 stelle

Il titolo devia i più giovani verso Tom Hanks che sinceramente nel suo film è davvero un naufrago rimanendo attinente al significato della parola "Castaway", uno gettato via dall'imprevisto, mentre il protagonista del film di Roeg è un eremita marino per scelta ed ovviamente la sua avventura farà emergere come la vita nelle nostre isole di cemento può essere molto più tranquilla che alla deriva in un paradiso incontaminato in cui vige la legge della natura.

Il titolo italiano aggiunge una tagline a quello originale spostando l'attenzione sul personaggio femminile descritto come "La ragazza venerdì" perchè in realtà è Lucy Irvine ad aver scritto un libro sull'esperienza di un anno trascorso in una isola deserta con Gerald Kingsland, un uomo più grande di lei e colpevolmente ingenuo ma anche capace di attrarla con il suo inguaribile ottimismo e la voglia di sognare.

E' stato proprio Kingsland afflitto dalla noia e lo spettro della vecchia ad autorganizzare un'isola degli ignoti per due, la sua inserzione è andata a buon fine oltre le più rosee aspettative perchè la ragazza è bella, giovane e interessante; il preambolo riporta Roeg per le vie di Londra dopo molti anni dal suo primo film e devo dire che le riprese che preferisco sono proprio queste, è tutto dire visto che il grosso della storia si svolge sull'isola dove Roeg dirige bene i suoi attori ma non riesce a servirli al meglio con la regia immaginifica e fantasiosa che aveva caratterizzato i lavori degli anni settanta, qualche effetto visivo come il pugno sovrapposto alla roccia che sembra avere la sua stessa forma o le visioni dei corpi prosciugati dal digiuno forzato 

sono lampi sporadici che nei grandi film di Roeg sono invece colpi di genio a getto continuo.

Per fortuna il lungo gioco a due è sostenuto dagli attori prescelti sapientemente: Oliver Reed è sempre un grande anche se il film non è il massimo, espressioni fisiche e facciali non gli mancano, Amanda Donhoe è davvero una gran bella attrice nel corpo di una gran bella donna, la sua ostinazione nel portare a termine l'impegno va sopra ogni cosa e alla fine quello sconosciuto che in fondo l'ha catturata all'amo e con il quale ha condiviso amore odio e dolore aveva veramente qualcosa in comune con lei e il sorriso finale fra i due ottimi protagonisti sottolinea comunque l'importanza dell'esperienza trascorsa così come un sentimento sincero e consolidato.

Un discreto intrattenimento per un film che annovero fra quelli guardabili di Roeg, di certo non una gemma ma neanche una ciofeca.

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