Trama
Un uomo è costretto a tornare a casa dei genitori dopo che lo moglie lo manda via. Mentre è in lotta per la custodia della figlia di quattro anni, si ritrova a poco a poco risucchiato da una controversia tra i genitori e i loro vicini di casa a causa di un vecchio e bellissimo albero che fa ombra dalla parte sbagliata.
Approfondimento
L'ALBERO DEL VICINO: ALBERO O SOLE?
Diretto da Hafsteinn Gunnar Sigurðsson e sceneggiato dallo stesso con Huldar Breiðfjörð, L'albero del vicino racconta di una disputa tra vicini di casa a causa di un albero. Tutto ha inizio quando Konrad ed Eybjorg lamentano che un albero del cortile dei vicini di Baldvin e Inga fa troppa ombra sulla loro terrazza. A essere travolto dalla discussione e dalle sue conseguenza è inevitabilmente Atli, il figlio di Baldvin e Inga, che dopo essere stato buttato fuori casa dalla moglie Agnes è tornato a vivere con i suoi. Mentre Atli combatte la sua battaglia personale per vedere la figlia Asa, la disputa per l'albero diventa sempre più grande: vengono Danneggiate proprietà, scompaiono misteriosamente animali domestici e vengono installate telecamere di sicurezza. Anche perché, secondo le voci, il vicino è stato visto con una motosega...
Con la direzione della fotografia di Monika Lenczewska, le scenografie di Snorri Freyr Hilmarsson, i costumi di Margrét Einarsdóttir e le musiche di Daníel Bjarnason, L'albero del vicino viene così descritto dal regista in occasione della partecipazione del film al Festival di Venezia 2017: "L'idea di realizzare un film su una disputa tra vicini mi è balenata in mente circa dieci anni fa. Ciò che mi ha sempre eccitato è il fatto che i conflitti alla base sono assurdamente divertenti, dal momento che nascono il più delle volte da futili motivi prima di ingigantirsi all'inverosimile. A volte, possono diventare qualcosa di molto feroce e generare scontri violenti, in cui persone normalmente rispettabili perdono ogni dignità e autocontrollo. Le storie di vicini che litigano per gli alberi rappresentano una realtà molto diffusa in Islanda e non nego di essermi ispirato a un fatto realmente accaduto prima di lasciare spazio alla fantasia per il resto della storia. C'è anche da dire che gli alberi sono tutto ciò che gli islandesi hanno: di conseguenza, ci si affeziona alle piante e, possedendone una da molto tempo, diventa difficile sbarazzarsene, al contrario di un vicino a cui rami e foglie possono nascondere la luce e il calore del sole sul proprio terrazzo o balcone. Del resto, non è che si sia molto sole in Islanda e quel poco che c'è è prezioso. Ed è così che nasce un dilemma che non è facile risolvere in maniera diplomatica: albero o sole? Su questo, ho costruito un dramma che tende al thriller: cosa c'è di più interessante di un albero, tanto bello quanto innocente, che trasforma un contesto domestico in un campo di guerra? Coesistenza e compromesso rappresentano le basi della società ma, osservandoci intorno, non è difficile notare come siano costantemente minacciati da una nuova mentalità individualistica che si sta facendo strada in un mondo oramai sempre più capitalista. L'albero del vicino metaforicamente parla di un conflitto che può essere tra due differenti nazioni, etnie o gruppi religiosi, che molto spesso iniziano le loro dispute in maniera banale prima di far scoppiare una guerra vera e propria".
Il cast
A dirigere L'albero del vicino è Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, regista e sceneggiatore islandese. Nato a Reykjavik nel 1978, si è laureato in cinema alla prestigiosa Columbia University di New York. Nel 2011 ha esordito alla regista con Either Way, titolo che presentato in diversi festival del mondo (tra cui il… Vedi tutto
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Commenti (12) vedi tutti
Dalla "pacifica" Islanda arriva un film dalla cattiveria corrosiva, una storia incentrata sull'incancrenirsi dei rapporti umani che emergono in superficie con una rabbia che cresce con l'aumentare dei pretesti per farlo. La regia si adagia alla progressione degli eventi con una freddezza compositiva che ne giustifica l'accumulo di rancori. Acido.
commento di Peppe ComuneSei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. (Da Salvatore Quasimodo)
leggi la recensione completa di laulillaVale il biglietto: il trattamento di "bellezza" riservato al pastore. Esilarante
leggi la recensione completa di obyoneTragicommedia "dark" molto arguta.Riflessione intelligente, sul senso o non senso, del conflitto umano e sociale
leggi la recensione completa di Furetto60Sotto le mentite spoglie di una glaciale tragicommedia della rappresaglia che sembra sempre sul punto di scadere nel grottesco, l'apologo amaro e sconsolato di una resa agli istinti più brutali. La gatta sotto l'albero che...scotta.
leggi la recensione completa di maurizio73Un film da far vedere e rivedere, un piccolo gioiello. VOTO 9
commento di interista75tra commedia e tragedia,vedere per credere,comunque bello e consigliato.Voto 7.5
commento di eziouna costante sensazione di didascalismo e di deja-vu offusca una buona prova degli attori e una discreta regia. per carità, il film si fa vedere, ma chissà, se non fosse stato islandese probabilmente se lo sarebbero filato in pochi. Todd Solondz e Roy Andersson di un altro pianeta.
commento di giovenostaPerché non riusciamo a comprenderci e a concentrarci sull'unica cosa che conta?
leggi la recensione completa di champagne1C'è sempre una guerra da combattere per le ragioni più stupide (le migliori).
leggi la recensione completa di mckPer stessa ammissione del regista "Under the tree" non è altro che una guerra su piccola scala. Due sono i conflitti al centro della pellicola: quello insorto tra i coniugi Agnes e Atli, e quello esploso tra i genitori dello stesso Atli e i loro vicini. Nel primo caso è un filmino hard a rompere equilibri si scoprirà già precari, nel secondo un alb
leggi la recensione completa di Tylerdurden73Non importa ciò che è giusto. Ciò che conta è far del male. E non pentirsene.
leggi la recensione completa di OGM