Regia di Per Fly vedi scheda film
“Oil for food”, ambizioso programma economico/umanitario nato sotto l’egida delle Nazioni Unite, si trova a venir coordinato da un giovane e motivato neo laureato di nome Michael, brillante e di sani principi, che in breve tempo diviene il pupillo di Pasha, diplomatico esperto di Medioriente che ritrova nel ragazzo una sorta di se stesso quarant’anni prima, e sceglie di volerlo come volto nuovo dell’organizzazione in capo all’Onu, quando il funzionario stabilito in Iraq viene assassinato in un attentato.
Il lavoro del nuovo arrivato è presto collegato a successi nelle elargizioni di finanziamenti che spianano la strada a nuovi accordi in cui Pasha viene a trovarsi presto colluso con una serie di loschi individui che lo comprano, ultimo atto di una serie di corruzioni in cui il vecchio diplomatico ha saputo giostrarsi alla perfezione, restando il leader nel tenere le fila di una organizzazione a fini umanitari, ma con scopi e secondi fini di tutt’altro genere.
Michael troverà il coraggio di opporsi a cotanto malcostume, arrivando a rischiare e mettere a repentaglio la propria sorte personale, e del ristretto mondo dei suoi affetti.
Tratto da un memoriale di (mis)fatti realmente accaduti e documentati da un giornalista al servizio delle Nazioni Unite di Kofi Annan a fine anni ’90, Giochi di potere si circonda di uno scorcio altamente circostanziato di fatti e luoghi epicentro di interessi e conflitti che hanno reso incandescenti i malfermi equilibri mediorientali, ma si svilisce in una sequela di personaggi-stampino visti e rivisti, in cui l’innocenza candida dell’onesto neofita si scontra con la furbizia da vecchia volpe di chi si è arricchito vivendo di compromesso e sotterfugi astuti e criminali.
Theo James ha l’appeal corretto da protagonista tutto positività d’intenti, così come al contrario Ben Kingsley, sempre vestito di tutto punto con i suoi doppio petto assai ben rifiniti e perfettamente indossati, si trova quasi costretto a sciorinare l’ambiguità di un personaggio-prototipo a cui sono sempre più spesso legate le sue numerose apparizioni.
In regia quel un tempo ottimo regista danese Per Fly (suoi gli assai validi L’eredità e Gli innocenti), in trasferta oltreoceano, si lascia soverchiare dalla routine e firma un film senza personalità, che procede aggrappato ad un filone di denuncia visto e stravisto in mille altre occasioni, spesso assai più avvincenti e convincenti.
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