Trama
1425: la Guerra dei Cent'anni tra Francia e Inghilterra infuria. La futura Giovanna d'Arco ha appena dieci anni e vive a Domrémy in Lorena. Un giorno, mentre si prende cura della sua pecora, confessa alla sua amica Hauviette di non sopportare più di assistere alla sofferenza causata dagli inglesi. La signora Gervaise, una suora, cerca di farla ragionare ma la giovane è pronta a imbracciare le armi per la salvezza delle anime.
Approfondimento
JEANNETTE: L'INFANZIA ELETTRO-POP DI GIOVANNA D'ARCO
Diretto e sceneggiato da Bruno Dumont, Jeannette: The Childhood of Joan of Arc è ambientato nella Francia del 1425 e racconta la storia della giovanissima Giovanna d'Arco, destinata a diventare per sempre "la pulzella di Francia". Nel bel mezzo della guerra dei Cento Anni, Jeannette ha soli 8 anni quando fa da guardiana per le sue pecore nel piccolo villaggio di Domremy. Un giorno, nonostante la giovane età, rivela all'amica Hauviette di non poter sopportare la vista della sofferenza causata dagli inglesi. Madame Gervaise, una suora, prova a farla ragionare ma Jeanette è pronta a prendere le armi per la salvezza delle anime e la liberazione del Regno di Francia, guidata dalla sola fede in Dio.
Con la direzione della fotografia di Guillaume Deffontaines, i costumi di Alexandra Charles e le musiche composte da Igorrr, Jeannette: The Childhood of Joan d'Arc è un musical elettro-pop. Dopo le incursioni nella commedia con Li'l Quintin e Ma Loute, Bruno Dumont si cimenta con un altro genere per lui inedito e così spiega la sua scelta: "Non ci sono grandi spiegazioni per la mia scelta. Molto semplicemente volevo cimentarmi con qualcosa di cinematografico per me ancora da esplorare: il musical. Tutti sanno come la musica possa essere una forma di espressione intensa, infinita e istantanea: ho pensato solamente che sarebbe stato interessante metterla al centro di un mio film. Jeannette: The Childhood of Joan d'Arc si basa sui romanzi di Charles Péguy e in particolare su Il mistero della carità di Giovanna d'Arco. L'idea di adattare il suo lavoro per me è stata quasi spontanea, dato l'uso che l'autore fa di prosa e versi in termine di genere e di stile. La sua versione della storia di Giovanna d'Arco mi ha attirato ma non senza riserve: ho dovuto infatti modernizzare la poesia letteraria, ostile alla modernità, per renderla accessibile a tutti e, soprattutto, all'insensibilità della gioventù di oggi. Senza musica, la poesia passerebbe inosservata, sembrerebbe abbandonata, perduta e difficile. Non avrei mai potuto affrontare cinematograficamente Péguy e la sua poesia vertiginosa se non avessi avuto il sostegno di un'altra arte come la musica, in grado di dare vita al testo.
Ho scelto di raccontare i primi anni di vita di Giovanna d'Arco, quelli prima di divenire una soldatessa e una martire. Tale scelta mi ha portato a confrontarmi con una figura storica già scelta da numerosi registi tra loro molto diversi: Dreyer, Besson, Bresson e Preminger. Come ha scritto Bernanos, Giovanna d'Arco è la "meraviglia delle meraviglie" per la letteratura e la mitologia francese. Rappresenta, con i suoi tormenti, il simbolo dell'identità francese e del miracolo della riconciliazione nazionale. La sua adolescenza rimane però un mistero ancora oggi. Di lei bambina si conosce poco. Nella sua prima opera su Giovanna, scritta a 23 anni, Péguy racconta l'adolescenza e l'infanzia dell'eroina fino alla sua partenza per salvare Orleans. Lo stesso Péguy è poi ritornato sullo stesso racconto in un momento diverso della sua vita, a 37 anni, rileggendo in maniera più lirica e poetica la storia regalandoci Il mistero della carità di Giovanna d'Arco. La mia versione di Giovanna d'Arco, seguendo il lavoro di Péguy, termina là dove altri film invece cominciano".
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Commenti (4) vedi tutti
OPPERCARITA'........ Manicomi ancora chiusi???? Voto sotto la sabbia.
commento di BradyG.I. Jane.
leggi la recensione completa di mckSì beh insomma ... cerchiamo di non esagerare con l'immettere in circolazione certe "Opere" strampalate con Musica che non c'entra proprio nulla con la visione già ardua da seguire.voto.0.
commento di chribio1L'infanzia di una pastorella chiamata a divenire l'eroina e la martire di una nazione. Un richiamo che avviene attraverso visioni mistiche rese concrete grazie al potere coinvolgente della musica: un pop che sconfina nel rock più convinto fino ad un buffo rap contadino. Un Dumont diversamente folle che continua a strabiliarci.
leggi la recensione completa di alan smithee