Regia di Salvatore Samperi vedi scheda film
Malizia è del 1973: Samperi ha già detto tutto quello che ha da dire sull'argomento (tabù sessuali infranti e spregiudicati comportamenti nella famiglia medioborghese odierna) da ormai una decade e alcune pellicole intercorse fra quel film e questo Casta e pura hanno anche ribadito tali concetti, aggiungendo qua e là nuovi elementi al discorso (Peccato veniale e Nenè su tutte). Fuori tempo massimo e francamente neppure molto ispirata di per sè, questa opera di Samperi sta in piedi solamente grazie all'ottimo cast: anche se è difficile credere ad un Fernando Rey dallo smaccato accento napoletano, è pur sempre un interprete di primo livello; e neppure si può dire alcunchè di male dei vari Enzo Cannavale, Riccardo Billi, Massimo Ranieri, Vincenzo Crocitti, Christian De Sica (giovane e gigione); in cima al cartellone c'è però ancora lei - come in Malizia: Laura Antonelli, a più riprese denudata (e a ragione). Sceneggiatura insipida di Ottavio Jemma, esperto di commedie pruriginose-borghesi in quanto assiduo collaboratore di Pasquale Festa Campanile; di volgarità non indispensabili ce n'è più d'una e sotto il piano psicologico i personaggi latitano. 2,5/10.
Una ragazzina viene fatta votare alla castità - con un raggiro paterno - poichè unica erede delle fortune della madre morente; diventata adulta conoscerà l'amore grazie ad un cugino focoso, ma giunta sul punto di rifiutarlo per chiudersi in convento (e quindi cedere in beneficienza tutte le sue ricchezze), l'inganno del padre verrà allo scoperto.
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