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Bright Nights

Regia di Thomas Arslan vedi scheda film

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La recensione su Bright Nights

di alan smithee
6 stelle

ARTEKINO FESTIVAL BY MYMOVIES

Michael è un ingegnere civile austriaco, da anni separato dalla moglie giornalista, e ora convivente con un'altra donna a Berlino. Negli ultimi anni non ha praticamente visto il figlio quattordicenne Luis, con cui non ha mai intrattenuto un vero raporto, né epistolare, né telefonico: disinteresse reciproco tra i due, che si sono sempre tranquillamente ed irresponsabilmente ignorati.

Quando il padre di Michael, andato a vivere quasi in esilio in una amena remota zona boscosa della Norvegia, muore improvvisamente, Michael deciderà di portare con sé il proprio figlio, anche perché un incarico all'estero della ex moglie, lo costringerà a riallacciare forzatamente i rapporti col ragazzo: assieme dovranno viaggiare in jeep per raggiungere il luogo del funerale, la casa del vecchio, ove il ragazzo avrà per la prima occasione di conoscere tracce della vita di un nonno mai conosciuto, ma quasi sconosciuto anche al proprio legittimo figlio.

 

 

Il viaggio aprirà la strada per un prolungamento della sosta di entrambi, portandoli su sentieri sempre più impervi, che tuttavia porranno le basi per una intesa difficile ma tutt'altro che impossibile per due persone che a malapena si conoscono, ed appaiono improvvisamente intrappolate in un lungo ibarazzante viaggio alla ricerca dell'intesa mai raggiunta.

lasciata la macchina verso sentieri sempre più isolati, abbagliati dalla luce dell'estate polare ove il sole non tramonta mai, i due uomini impareranno a rispettarsi.

Il regista turco-tedesco Thomas Arslan, già incontrato col valido Gold del 2013, filma un road movie che parte senza molta originalità a sondare le sfaccettature di una indifferenza che relega ormai intere generazioni alla indipendenza e alla glaciale indifferenza nei riguardi della propria origine, della propria stirpe.

 

 

Il viaggio, reso duro dai sentieri arditi di montagna e dalle difficoltà tecnico-organizzative che imbrigliano gente inesperta e di città mettendola faccia a faccia con una natura che richiede regole e rispetto, trova poco per volta una sua ragione d'essere nella particolare intensa e progressiva intesa che nascerà tra i due contendenti, spigolosi e diffidenti inizialmente, desiderosi alla fine di trovare una adeguata intesa motivata da un affetto che nasce spontaneo nel momento della difficoltà e della solitudine che allontana dal caos e dalla freddezza della modernità.

Valida la mutazione dei caratteri a cui danno vita i due validi interpreti, l'austrico Georg Friedrich (visto in Faust di Sokurov, Import Export di Ulrich Seidl e North face) nel ruolo dell'integerrimo e freddo padre, e il giovane Tristan Gobel (già visto in West e Goodbye Berlin), figlio diffidente che trova ragione di fidarsi e sfidare le proprie giustificate diffidenze.

 

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