Regia di Simone Spada vedi scheda film
Una troupe italiana si reca in Armenia per girare un film; il produttore pare da subito un intrallazzone inaffidabile e infatti, alla prima occasione buona, scompare nel nulla. I cinque italiani rimangono quindi abbandonati all’Hotel Gagarin nel bel mezzo di una guerra civile appena scoppiata.
Hotel Gagarin è uno di quei film che sorprendono nel panorama italiano di questi anni, sia pure principalmente per le palesi mancanze delle coeve pellicole; un lavoro che, con pochi e semplici mezzi, riesce a raccontare qualcosa e a farlo con un tocco personale. Una piccola produzione, un regista alla seconda prova (dopo il semisconosciuto Maìn – La casa della felicità, del 2012), un cast di interpreti quasi tutti ben noti al vasto pubblico con ruoli distribuiti adeguatamente alle circostanze; ma soprattutto una storia lieve che lascia un’impronta di sé: date le premesse, il risultato finale, per quanto non si tratti di un capolavoro, può soddisfare. Simone Spada è stato a lungo assistente di vari nomi importanti dello scenario nostrano: Giorgio Capitani, Gennaro Nunziante, Wilma Labate, Leonardo Pieraccioni – solo per citarne alcuni; di questo suo primo film a budget quantomeno rilevante scrive anche la sceneggiatura, insieme a Lorenzo Rossi Espagnet; Giuseppe Battiston, Claudio Amendola, Philippe Leroy, Barbora Bobulova, Luca Argentero e Silvia D’Amico compongono il nucleo centrale del cast. Ritmo accettabile per la narrazione, con un buon incipit e una giusta chiusura. 5,5/10.
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