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Io sola sulla Terra

Regia di Jonathan Helpert vedi scheda film

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La recensione su Io sola sulla Terra

di supadany
4 stelle

In tempi non sospetti, più voci hanno lanciato un grido d’allarme: il punto di non ritorno per intraprendere le azioni indispensabili per impedire che il nostro pianeta diventi inospitale per l’umanità, si sta avvicinando ad ampie falcate e forse è più prossimo di quanto le più fosche previsioni dicano.

Per il pianeta non sarà altro che un passaggio di consegne, da una lunga agonia a un lento nuovo inizio che, nel corso dei millenni, vedrà la rinascita della natura in tutta la sua bellezza e prosperità. Contestualmente, per la maggior parte della popolazione mondiale vorrà dire morta certa, con l’obbligo di guardare altrove per non vedere cancellata definitivamente la razza umana.            

Dalla sfera di cristallo, Io sola sulla Terra sceglie di poggiare lo sguardo su un futuro che non vorremmo mai vivere. Evita accuratamente il clamore scaturito da soluzioni eclatanti, ma non riesce nemmeno a intercettare uno zenit narrativo tale da attribuirgli un’identità cha valga la pena conservare.

In un futuro non meglio specifico, la Terra è ormai una landa abbandonata. La maggior parte dell’umanità è deceduta per colpa di batteri ed eventi climatici infausti, mentre la restante parte è già nello spazio, in attesa di orientarsi verso un nuovo pianeta da colonizzare.

Nel frattempo, Sam Walden (Margaret Qualley) non vuole abbandonare il pianeta e cerca con tutte le sue forze di individuare una fonte di speranza, un segnale che consenta di pensare a un futuro sulla Terra.

Pochi giorni prima della partenza degli ultimi mezzi di collegamento con lo spazio, incrocia la strada di Micah (Anthony Mackie), che prova in tutti i modi di convincerla a partire con lui. Sam avrà pochi giorni a disposizione per decidere che direzione intraprendere.

 

Margaret Qualley

Io sola sulla Terra (2019): Margaret Qualley

 

Io sola sulla Terra germoglia tra fantascienza (l’idea di migrare su altri pianeti) e una concezione assolutamente realistica del futuro, nel quale il nostro pianeta ha ormai esposto la sua inappellabile sentenza: non ci vuole più nella sua dimora, ci considera parassiti da eliminare, al punto da espellerci, passando alle cattive maniere per poter riprendere un millenario tragitto di rigenerazione.

L’assunto è intrigante e lo sviluppo adopera un architrave spoglia, con pochi elementi incardinati tra la speranza di chi non si perde mai d’animo e condizioni di vita sfavorevoli, denotando un profondo legame con le radici di una specie, l’arte e secoli di conoscenza da non abbandonare, insomma, quelle cosette che interessano ormai a una percentuale ininfluente dell’umanità (gli iPhone non rientrano nel programma di studio, ndr).

Questa scelta è apprezzabile ma l’attuazione è frastagliata, anche in considerazione della diradata presenza umana, un fattore di problematica gestione.

Così, lo svolgimento s’incarta, corre ripetutamente di cadere nella stagnazione e, ogni qualvolta tenta di divincolarsi, non fa altro che peggiorare le cose, scalando un gradino qualitativo. Di fatto, l’aggiunta di Micah è controproducente, anche se evita – pur sfiorandolo – il peggio (la liaison d’amore con Sam), i discorsi di natura esistenziale sono per lo più abbozzati, le nozioni sulla bellezza dimenticata arrivano senza preavviso (per giunta, ovviamente c’è chi deve aver conseguito un master in cultura) e la parte finale mostra definitivamente il fianco, cercando un approdo metafisico attraverso metodi frettolosi, senza poter contare su una costruzione di lungo corso che ne convalidi la validità.

Dunque, Io sola sulla terra non è per niente una pellicola sciocca, ha intenzioni d’indubbio valore e mette sul piatto i danni che stiamo provocando e consegnando alle generazioni che verranno, ma promette la luna senza riuscire ad arrivarci, almeno a livello cinematografico, azzardando soluzioni che espone senza l’autorevolezza indispensabile per far attecchire il suo seme.

Sprecato.

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