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Un amore sopra le righe

Regia di Nicolas Bedos vedi scheda film

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La recensione su Un amore sopra le righe

di Furetto60
7 stelle

Ottimo esordio di Nicolsa Bedos, regista e interprete insieme alla moglie di questa intensa ed emozionante storia d'amore.

Emozionante, intensa e vibrante storia d’amore, che attraversa quasi mezzo secolo, raccontata con un lungo flashback, da una signora benestante appena rimasta vedova, in una casa lussuosa, sotto forma di intervista a un giovane giornalista, una conversazione piena di sorprese e di una bella rivelazione. Quando Sarah incontra Victor siamo nel 1971, lui è solo un velleitario scrittore rampollo di una famiglia alto borghese, destrorsa e cattolica, cosa che ne fa un “bohemien radical-chic” senza reali problemi di esistenza, lei flirta con gli amici di lui, per catturarne l’attenzione, all’inizio senza successo, ma non demorde, lo marca stretto stretto, fino ad essere invadente e a farlo infine capitolare. Comincia così la loro relazione. Sara è costretta a subordinare le sue ambizioni letterarie, per gestire lo smisurato ego del compagno, le sue insicurezze e le sue fragilità. Ma la donna che vive all'ombra del celebre marito, non è come solo alla fine capiremo, solo la sua musa ispiratrice, ma una donna di carattere, volitiva, determinata e colta, che si lascia alle spalle, gesti d’amore e d’odio, di fedeltà ma anche di insofferenza. È questa la struttura portante di questo riuscito film di formazione sentimentale, che cavalca cinquant’anni di storia. Comincia con l’infatuazione e l’euforia, dei primi anni 70, giocosi e pieni di entusiasmo. Poi le crisi, Sara che si sente inadeguata, che ha paura di perderlo, Victor le rinfaccia di essersi imborghesita, di tenere troppa servitù di colore e troppi cani, lui viaggia tanto, troppo, le ricorda che è uno scrittore di sinistra e allora pur di seguire e assecondare l’impeto e l’energia del marito, arriva a sniffare la cocaina, buttandosi nell’impegno politico, oltre che in quello sessuale. Poi arriva l'edonismo degli anni ’80, con il benessere economico e il Grande Premio letterario tributato a Victor, mentre Sarah si chiude sempre più in casa, a badare a un figlio strano, tra il ritardato e il pericoloso, ingestibile in famiglia e a scuola, dove peraltro viene subito allontanato, peraltro morirà giovanissimo, senza procurare dolori immani e una figliola invece perfetta, tutta presa dal papà. Il tradimento è una costante inevitabile e continua, del comportamento di Victor, fa parte della sua natura di uomo capriccioso, immaturo, infantile, che cerca attraverso le storie di sesso, una conferma alla propria virilità e al suo potere di seduzione. Cosi il rapporto si struttura in modo del tutto sbilanciato, da una parte Sarah, immola il suo talento per consentire al marito di non perdere la sua autostima, già molto bassa, dall’altra lui uomo calato nel ruolo di intellettuale letterario, che vanitosamente, non può fare a meno di esibire il suo carisima letterario alle sue tantissime fan.Sarah per tanto tempo vive, spaventata al pensiero di essere lasciata, fino a quando i ruoli si invertono, i rapporti di forza cambiano, come spesso accade in una coppia, e subentra una cieca gelosia da parte di lui, che comincia a sentirsi brutto, perde i capelli. Vede e sente la moglie sempre più distante, un giorno porta a casa un “gigolò” con il quale la moglie dovrebbe copulare, come se questo potesse liberarlo dalla preoccupazione del tradimento. Non ci sarà comunione carnale, ma il disastro è compiuto comunque, lei lascerà il marito, andando a vivere con un altro per 5 anni, per tornare poi a sorpresa con lui, che ritrova emozionato e contento, dopo questo periodo di lontananza, pattuendo di non voler subire alcun interrogatorio e recriminazioni di sorta, a riguardo di quella “parentesi”. La vita dei signori Adelman, per citare il titolo originale, è una sequenza di riti di passaggio, che alla fine fanno emergere l’umanità dei personaggi. Una lunga storia d'amore, tra bassi e alti, quella con protagonisti lo scrittore, interpretato dallo stesso regista Nicolas Bedos e la bella longilinea compagna, Doria Tiller, tra l'altro coniugi anche nella vita, oltre che sulla scena. Una storia lunga e travagliata, vera in sostanza, perché ricca di ciò che tiene in vita una coppia: incomprensioni, rotture, riappacificazioni, gelosie e tradimenti. E, tra le righe di questo bel film, si può leggere chiaro il sempre valido detto antico che recita: "dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna". Mai come in questo caso, cosi calzante. Il finale che non si rivela ovviamente, è tristemente crudele e poetico, Sara riesce ad essere forte e cinica, ma anche compassionevole.

 

 

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