Regia di Pieter Kuijpers vedi scheda film
Tesissimo film ispirato ad una vicenda realmente accaduta durante l'occupazione nazista in Olanda. Regista e protagonista sconosciuti ma decisamente all'altezza del compito.
Tratto da una vicenda realmente accaduta, il film racconta le poco lodevoli gesta di Dries Riphagen, truffatore olandese che seppe sfruttare a suo vantaggio la persecuzione degli Ebrei nel suo paese durante l’occupazione nazista. Benaccetto dalle gerarchie tedesche per le sue delazioni, riuscì a farsi consegnare immense ricchezze da decine di malcapitate famiglie con la promessa di vie di fuga e restituzione dei beni a guerra finita, promesse che ovviamente si trasformavano in crudeli deportazioni. Benché smascherato dopo la Liberazione, Riphagen riuscì a farla franca, fuggendo in Argentina, dove divenne amico di Juan e Evita Peron. Morì in una clinica svizzera nel 1973.
Il regista olandese Pieter Kuijpers realizza un thriller storico di notevole spessore, tenendo altissima la tensione dall’inizio alla fine, in un susseguirsi di colpi di scena che lasciano senza fiato. La vera identità dei vari personaggi si rivela poco a poco, siano essi olandesi, tedeschi, oppositori o collaborazionisti, militari o civili, dando vita ad una girandola di rapporti drammatici quanto intricati. Fra tutti spicca naturalmente Dries Riphagen, vero e proprio genio del male, cinico e violento, la cui rapidità nel reagire a situazioni apparentemente disperate non può che suscitare ammirazione, a dispetto dell’efferatezza delle sue azioni. Lo interpreta con sorprendente bravura Jeroen van Koningsbrugge, attore a me sconosciuto e impressionante per la sottigliezza della sua interpretazione. Ruvido e cattivissimo quando si tratta di menar le mani, diventa in un batter d’occhio affabile e seducente quando le circostanze lo impongono, riuscendo ad ingannare e ad ammansire chiunque. In aggiunta, la sua somiglianza facciale con il vero Dries Riphagen è quasi imbarazzante, come appare nell’ultima inquadratura del film.
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