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iBoy

Regia di Adam Randall vedi scheda film

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La recensione su iBoy

di mck
6 stelle

"See you Lucy, later."

 

 

Non dico che “il Ragazzo Invisibile” (Salvatores, Fabbri, Rampoldi, Sardo; 2014) sia un brutto lavoro: dico che con “iBoy”, il film Netflix - dedicato ad un pubblico di un paio d’anni più adulto rispetto all’opera ambientata a Trieste - diretto da Adam Randall ("I See You", "Night Teeth") e scritto da Joe Barton ("the Ritual", "Giri/Haji", "the Lazarus Project") traendolo dall’omonimo young adult del 2010 di Kevin Brooks, non ci si annoia, quasi mai (la “scuola” è quella dei “Misfits” di Howard Overman, piuttosto che quella di "YouTopia", giusto per intenderci): la prima parte (***) viaggia bene, la seconda (**½) rallenta un po’ fra un paio di incongruenze di continuità dei rapporti di causa-effetto (il vigilante elettrodigitale che fa gli scherzetti al telefono invece di...

 

 

...craccare la City e al quale, beh, no, non basta calarsi sulla capoccia un cappuccio per rendersi anonimo e trasparente e passare inosservato e indisturbato; probabile mi sia perso un passaggio, ma non è chiaro - o per lo meno è molto, troppo sottinteso - quali siano le ragioni per cui il boss Ellman abbia voluto punire in maniera esemplare Lucy; etc…), di stroppiamento della sospensione dell’incredulità (ché persino un fantasy ammantato di SF molto tenue se da questo PdV sbraca rimanendo però serioso - senza l’alibi non dico della farsa, ma della commedia sì - alla fine s’ingolfa un po’) e di mera ingenuità/semplificazione, ma gl’interpreti funzionano [Bill Miner (“Son of Rambow”), Maisie Williams (“Game of Thrones”), Miranda Richardson (“Spider”), Rory Kinnear (“Men”), Jordan Bolger, Armin Karima, Charlie Palmer Rothwell, etc…], è ben ambientato nella gentrificazione del MiddleSex Street Estate, PortSoken, City of London (tipo le Vele di Scampia attaccate alle Torri del CDN di PoggioReale), e sui titoli di coda ci butta “Be Right Back, Moving House” di GhostPoet (Obaro Ejimiwe) feat. Paul Smith... 

 

 

Fotografia di Eben Bolter, montaggio di Jesse Parker e musiche di Max Aruj & Steffen Thum. Co-prodotto da Gail Mutrux.

 


Tautologicamente, certo è che con Will Poulter nel ruolo di protagonista [come all'inizio doveva essere, tanto da farci un trailer ↓ "farlocco" (quello vero è → qui) di pre-promozione] sarebbe stata tutta un’altra storia…

 

 

“See you Lucy, later.”

* * ¾ - 5.75       

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