Regia di Fernando González Molina vedi scheda film
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Dal primo romanzo del 2013 di una trilogia piuttosto apprezzata proveniente dalla penna di una scrittrice assai nota come Dolores Redondo, il regista versatile Fernando Gonzales Molina ci catapulta addentro ad un fitta e tetra foresta basca, ove viene rinvenuto il corpo nudo e senza vita di una adolescente: capelli meticolosamente ordinati e pettinati, sguardo ricomposto verso una seraficità inverosimile e sin beffarda, ed un dolce locale posto sopra il pube scoperto come il resto del corpo. Nessun segno di violenza sessuale.
Sul caso, che si scoprirà non essere il primo e che sarà seguito da una lunga serie di turpi episodi del medesimo tipo, indaga la poliziotta spagnola in servizio all'FBI Amaia Salazar, nativa di quei posti, e che, nel far ritorno in quei territori familiari, deve anche affrontare la responsabilità e le tensioni legate alla necessità di tornare in contatto con la propria famiglia, affrontando in particolare i risentimenti mai sopiti da parte di una delle due sorelle, legato alle problematiche di gestione e cura di una madre destinata ad una sorte misteriosa.
Pioggia onnipresente ed atmosfere molto accurate volte a creare i presupposti di una suspence che si sviluppa anche al di là degli efferati omicidi, e si propaga tra le tensioni di rapporti familiari che nascondono situazioni mai chiarite che hanno avuto origine sin dai tempi dell'infanzia tormentata della protagonista, divisa negli affetti tra un padre amorevole ma sottomesso e bistrattato, ed una figura materna forte ed autoritaria destinata a popolare gli incubi ricorrenti della bambina che fu.
Suspence che probabilmente sta al centro di un romanzo che non ho mai avuto l'occasione di affrontare, ma che a giudicare dal film, di fattura corretta, ma anche estremamente televisiva e costruita a tavolino, non può evitare di far tornare alla mente una protagonista ancora più nota, nata dalla fantasia e dalla verve inventiva di un'altra scrittrice connazionale della Redondo, ovvero Alicia Giménez Bartlett, madrina della ispettrice ostinata ed afflitta da mille problematiche di ordine pratico Petra Delicado.
Il confronto tra le due figure di donna poliziotto è fragile in quanto della Delicado conosco più a fondo le sfaccettature avendone affrontato almeno tre storie su carta, mentre per la Salazar posso basarmi solo da quanto appare in questa diligente trasposizione, composta ma anche un po' pedante, meccanica e arida, in cui l'intreccio familiare si fa eccessivamente invadente, affossando quasi l'interesse per il crimine seriale che sta al centro della fosca vicenda.
A dare volto e corpo ad Amaia, la bella Marta Etura, che, a dire il vero, vedrei bene anche come Petra Delicado.
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