Regia di Francesca Comencini vedi scheda film
Un uomo e una donna, sulla cinquantina, si vogliono ancora bene, ma la loro relazione è finita da un pezzo. Lei ci spera ancora, lui ha un'amante più giovane, ma non riesce a staccarsi dalla coetanea.
Ed ecco il cinquantenne con la barba lunga e maniacalmente curata, fisicamente in forma e mentalmente regredito alle turbe adolescenziali, irresponsabile, presuntuoso e immaturo per scelta: un clichè di questi anni, un ritratto che parrebbe impietoso e perfino in forte odore di misandria, se non fosse che il film altro non fa se non giustificare, o quantomeno descrivere in maniera neutra, tale tipologia umana. E neppure la figura femminile esce particolarmente bene da questa storia: fragile psicologicamente e lontana da una visione adulta della vita anch'essa. Un'occasione parzialmente sprecata, quindi, quella di Amori che non sanno stare al mondo; titolo buffo e nient'altro da segnalare per la nona regia di Francesca Comencini, tratta da un suo romanzo con una sua sceneggiatura a cui hanno contribuito anche Francesca Manieri e Laura Paolucci. Spesso i dialoghi cadono nel vuoto, risultano fasulli, e in ciò gli interpreti non sono granchè aiutati; al centro della scena troviamo innanzitutto Thomas Trabacchi, Lucia Mascino e Valentina Bellè, ma in parti minori ci sono anche Iaia Forte e Carlotta Natoli. Ridondanti le scene di sesso, per quanto non siano esplicite; visto il ritmo sonnolento della narrazione, forse servono a risollevare l'interesse dello spettatore nel corso dei pur non eccessivi 90 minuti di durata del lavoro. 3/10.
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