Regia di Hiromasa Yonebayashi vedi scheda film
Mary e il fore della strega è un film d'animazione giapponese del 2017, scritto (insieme a Riko Sakaguchi) e diretto da Hirosama Yonebayashii; si tratta del primo film prodotto dallo studio Ponoc, fondato dalo stesso Yonebayashi insieme al produttore Yoshiaki Nishimura, entrambi precedentemente elegati, fino al 2014, allo studio Ghibli.
Il film è la trasposizione cinematografica del romanzo per ragazzi La piccola scopa della scrittrice britannica Mary Stewart.
Sinossi: Mary Smith, ragazzina di dieci anni vispa ma molto disattenta, si è trasferita per l'estate in campagna dalla sua prozia: mentre aspetta l'arrivo dei genitori girovaga annoiata per il paese quando un bel giorno incontra due gattini che le cambieranno la vita...
Yonebayashi dopo aver diretto lo splendido Quando c'era Marnie si era meritatamente conquistato un posto di primissimo piano all'interno dello Studio Ghibli, a tal punto che molti pensavano di aver trovato il giusto erede dei due maestri Miyazaki e Takahata, vista la bravura del regista nel coniugare tradizione con elementi innovativi (Quando c'era Marnie) tuttavia la pressione è stata tale da non garantirgli quella tranquillità necessaria per sostenere il pesantissimo macigno, per questo motivo nel 2015 insieme al suo grande amico e collega Nishimura decisero di ringraziare tutto lo staff del Ghibli, lasciandolo per fondare un proprio studio.
Fin qui tutto bene, tuttavia il passato è difficile da dimenticare e questo nuovo film è a tutti gli effetti un prodotto Ghibli ma con delle evidenti strozzature soprattutto a livello di scrittura, ed il più grande demerito del regista è quello di aver abbandonato l'audacia che lo aveva in precedenza contraddistinto, detto questo non siamo in presenza di un brutto film anzi, ma andiamo con ordine.
L'opera di Yonebayashi si apre in maniera spumeggiante; in medias res al centro della scena troviamo una misteriosa ragazza dai capelli rossi che sta fuggendo, dopo aver sottratto una strana sostanza, da una struttura science fantasy mastodontica, inseguita da alcuni essere antropomorfi dall'aspetto alquanto singolare. La sequenza è sorretta da un ritmo dinamico e forsennato, sembra di assistere ad un action-movie girato da maestri del genere in cui ritroviamo echi del dinamismo di otsukiana memoria (una sorta di maestro per Miyazaki) unito ad una eccelsa colonna sonora (il compositore è Takatsugu Muramatsu, già autore delle musiche in Quando c'era Marnie).
Al termine della sequenza si cambia completamente scenario ed il regista ci presenta la vera protagonista, una bambina di dieci anni molto simile alla ragazza precedente, che si è appena trasferita in uno sperduto paesino di campagna.
Come già detto in precedenza Yonebayashi è rimasto estremamente legato al contesto Ghiblii e questo film lo conferma palesemente sotto tutti i punti di vista; certamente non è assolutamente sbagliato prendere come punto di riferimento un colosso dal calibro del Ghibli tuttavia considerando il talento del regista in esame ci si aspettava qualcosina di più coraggioso.
Visivamente parlando il film è splendido, l'immaginario del regista a tratti è sorprendente; l'università dei maghi situata su un' isola sospesa nel cielo presenta un'architettura pazzesca dove steampunk e fantasy puro si mescolano incredibilmente.
Certo ricollegandoci al discroso iniziale, riferito al parallelismo con i due grandi maestri Miyazaki e Takahata, il contesto visuale richiama -fin troppo- alcuni grandi classici del Ghibli da Kiki consegne a domicilio passando per Il castello errante di Howl oppure Laputa Castello nel cielo ma nonostante tutto questo sia bellissimo da vedere troviamo i primi difetti; nello specifico i fondali in alcuni casi sono troppo statici, a tal punto da sembrare dei freeze frame che stonano con i soggetti/ambiente in primo piano.
Sono solo dettagli che poco tolgono all'opera, al contrario della sceneggiatura, vera nota dolente del film come verdemo a breve.
In Mary e il fiore della strega ci sono diversi personaggi interessanti, soprattutto quelli appartenenti all'universo magico tuttavia non sono per nulla caratterizzati, ed in alcuni casi sembrano disposti un po' a casaccio senza una reale funzione; altresì la piccola Mary non presenta un'analisi eccelsa, ed i tratti in suo possesso sono abbastanza stereotipatii.
Fortunatamente Yonebayashi oltre all'aspetto visivo del Ghibli ripropone alcuni fondamentali concetti contenutistici, anche se messi in scena abbastanza frettolosamente; tramite una breve sequenza tra un anziano giardiniere e Mary, capiamo quanto sia importante e delicato l'ambiente, oppure in altre scene emerge l'amore della protagonista verso il regno animale. Dignitoso invece il percorso di crescita di Mary tuttavia pure su questo aspetto si doveva fare di più.
Ottima invece la critica sull'utilizzo della scienza che in mani sbagliate, e senza le dovute precauzioni, può produrre danni incalcolabili; messaggio già visto in tantissime opere ma considerando il clima attuale di forte tensione tra varie nazioni, questo messagio, può far bene soprattutto ai più piccoli.
Complessivamente è un buon film e da un punto di vista produttivo la coppia Yonebayashi/Nishimura ha fatto bene ad appoggiarsi su qualcosa di sicuro e già amato dal pubblico internazionale; dopo tutto è la loro prima opera prodotta in piena autonomia, ma da due talenti come loro mi aspettavo qualcosa di più coraggioso, vedremo cosa combineranno nel prossomo progetto: Modest Heroes.
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