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L'affido

Regia di Xavier Legrand vedi scheda film

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La recensione su L'affido

di fratellicapone
7 stelle

...la separazione violenta dei genitori...quello che un ragazzino non dovrebbe mai vivere.

Chi è cresciuto in una famiglia in cui i genitori andavano d’accordo o, comunque, riuscivano a mantenere l’unità della famiglia non si rende conto della fortuna che ha avuto. Non si sa perché i genitori di Julien, un ragazzo intorno ai dieci anni, si sono separati e si fanno la guerra in tribunale per ottenerne l’affido. L’udienza in tribunale sembra mostrare un padre (Antoine) che ama il figlio e vuole ottenerne l’affidamento congiuntamente alla ex moglie (Miriam). La scena iniziale che è l’udienza in tribunale, molto burocratica e asettica, pone il tema dell’affidamento tra due persone che ormai si odiano e si contendono il figlio. Nessuna possibilità di dialogo tra i due ma solo la decisione del giudice che dovrà essere emessa.

Non sappiamo che cosa sia stato Antoine come marito da indurre Miriam ad averne paura e a rendersi irreperibile. Probabilmente è una storia di violenza passata ma, apparentemente, Antoine sembra un padre affettuoso a cui è negato ogni rapporto con il figlio e questo lo esaspera. Segue il figlio, cerca di capire dove abita Miriam, si presenta a alla festa della figlia maggiorenne alterato e aggressivo. Assolutamente assente nella storia, che pure riguarda suo fratello, è la figlia maggiorenne che non ha nessun ruolo, come se fosse una comparsa. E in questa situazione di aggressività e violenza si avvita sempre più Antoine che, del resto, sembra veramente che la separazione dal figlio causi una grandissima sofferenza tale da indurlo a comportamenti aggressivi e incontrollati.

Che dire sulla storia. E’’ certamente difficile dare torti o ragioni. Il padre, anche se divorziato deve avere il diritto di frequentare il figlio e questo diritto, mi riferisco alla situazione italiana, viene quasi sempre negato in quanto il giudice preferisce sempre la madre. Probabilmente in Francia non è così e si è più attenti a che il figlio mantenga i rapporti con il padre.

Penso che la storia vada vista con gli occhi di Julien, terrorizzato nel vedere i genitori che si fanno la guerra e la paura verso il padre, che da modi bruschi ma affettuosi diventa sempre più incontrollato e aggressivo. Immagino quale devastazione psicologica .può creare in un ragazzino vivere una situazione del genere. Il film ha un finale assolutamente tranchant.

L’ho trovato un buon film, tosto, senza sbavature a tratti quasi documentaristico e con una tensione crescente fino all’epilogo finale, assolutamente da thriller..

Il titolo originale del film (jusqu’à la garde) fa riferimento all’elsa di una spada e vuol dire utilizzare l’arma in tutta la sua potenza con l’intenzione di uccidere. Non lo sapevo ma lo ha spiegato il direttore dell’istituto culturale francese di Palermo, che ringrazio per la bellissima rassegna..

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