Regia di Xavier Legrand vedi scheda film
Venezia 74. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
A chi storceva il naso per la scelta, Alberto Barbera assicurava che Jusqu'à la garde, opera prima, di Xavier Legrand, sarebbe stato una grande sorpresa. Personalmente non ho pregiudizi sulla scelta di un'opera prima nel concorso principale. Se il film è buono è buono a prescindere dall'autorevolezza del suo autore. Incuriosito dalle affermazioni del direttore della Mostra, ho assistito, così, all'ultima proiezione disponibile il sabato della premiazione. Posso dire che Barbera aveva ragione. Il film si è rivelato all'altezza del palcoscenico concessogli.
Due coniugi, ormai separati si contendono il figlio minorenne in tribunale (la figlia ormai maggiorenne ha scelto di vivere con la madre). Il giudice concede al padre, apparentemente aggressivo, la custudia del figlio durante i weekend. Fin dal contraddittorio in aula è evidente il tentativo di destabilizzare lo spettatore. Chi avrà ragione? Il padre (forse violento)? La madre (forse troppo emotiva)? Dove sta la verità? Ci viene il sospetto che la verità stia "in mezzo"... Ma non è così.
La verità è spesso dura e non sta mai a metà strada, specie quando si tratta di violenze in famiglia. Legrand sembra pensarla così e, mano a mano che la storia procede, la situazione diventa chiara. Il ritmo blando dell'inizio, che consente a chi guarda di farsi un opinione, lascia spazio ad una tensione sempre maggiore che culmina in un finale serrato e d'improvviso ci si trova con le unghie conficcate nel bracciolo della poltrona.
Gli attori sono bravissimi e la mia particolare ammirazione va a Denis Ménochet il cui ruolo è emotivamente difficile da interpretare. Legrand ha meritato i premi ricevuti. L'unico appunto che mi sento di muovere al film riguarda la sceneggiatura. La storia parallela della figlia più grande sembra solo abbozzata e non apporta molto all'economia dell'intera pellicola. Peccatuccio che tutto sommato non toglie nulla ad un film ben girato e che non può e non deve lasciarci indifferenti.
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