Regia di Sebastián Lelio vedi scheda film
"Cause you make me feel,
you make me feel,
you make me feel like
a natural woman"
Marina ascolta la radio in macchina. E con rabbia e tristezza canta il ritornello del brano che Carole King non avrebbe immaginato assumesse un significato così pieno in un film cileno uscito 50 anni esatti dopo il vinile. Marina vorrebbe solo sentirsi "like a natural woman", vorrebbe sentirsi viva.
"When my soul was in the lost and found
You came along to claim it"
Orlando ha reclamato la sua anima smarrita e l'ha fatta propria coronando un sogno d'amore che però il destino ha già segnato...
A dare le sembianze alla giovane donna è Daniela Vega che mette a nudo, con coraggio, il proprio corpo in transizione, sebbene con delicatezza e decoro, indossandone la pelle di personaggio caparbio che, mutuando lo sguardo triste e deciso dell'attrice, ricorre a tutta la forza interiore a disposizione per mantenere dignità davanti all'obiettivo impietoso di una fotocamera o allo specchio deformante che le restituisce un'immagine distorta del corpo e dell'anima. Marina non è carne nè pesce e le difficoltà di vivere in una società dove lei non è la regola riaffiorano alla morte di Orlando, il compagno che l'amava, ma che non l'ha protetta costringendola, invece, ad una battaglia senza elmetto contro la propria agguerrita famiglia.
Sebastián Lelio e Gustavo Meza regalano all'attrice e cantante lirica Daniela Vega un personaggio perfetto, che le assomiglia per il percorso intrapreso e che deve lottare per far valere il proprio diritto all'esistenza, al dolore, al rispetto. Marina è coraggiosa. Non si lascia piegare dalle parole oltraggiose ricevute, dagli sguardi falsamente pietosi delle istituzioni, e lotta per ottenere un po' di considerazione nei giorni di dolore che seguono la morte del compagno. A capirla non c'è nessuno. Solo Diabla non le rinfaccia lo status di chimera e l'ama senza condizioni.
Un giro di nastro adesivo intorno al viso non serve a far tacere Marina. La donna non si arrende e, nonostante le violenze fisiche e morali subite, ottiene quel po' di giustizia reclamata ed una crescita emotiva che la rende ancor più risoluta nel voltare pagina e lasciar andare una persona importante ma forse non cosí fondamentale da richiedere un lutto imperituro.
"Tu amor es un periódico de ayer
Que nadie mas procura ya leer
Sensacional cuando salió en la madrugada
A medio día ya noticia confirmada
Y en la tarde materia olvidada
Tu amor es un periódico de ayer"
"Una mujer fantastica" è Marina con le sue ambiguità, ma è anche Santiago turbolenta di notte nella periferia squallida e degradata che fornisce contatti umani a buon mercato, prevedibilmente racchiusa in se stessa nelle zone chic dove si viene caricati di peso su un auto senza che qualcuno batta ciglio. Santiago è una città ambivalente che lotta per ottenere un equilibrio soddisfacente alla pari della "figlia" Marina. Il tema della ricerca di equilibrio è portante in questo lavoro. Marina può dire d'averlo trovato e può misurare, finalmente, gioie e dolori, successi e sconfitte, con lo stesso peso. Ed il film? È permeato dello stesso equilibrio di cui è alla ricerca la sua protagonista. Merito del buon lavoro degli attori, dello script, della colonna sonora che scorre piacevolmente conferendo note melò ed ironiche. Lelio ci ricorda per qualche breve attimo il cinema almodovariano, ma è solo un errore mnemonico. La regia è asciutta e dimentica dei toni da soap opera e da melodramma del regista spagnolo. Ci sono tante suggestioni ispaniche in questo film che non manca di stemperare la durezza dei volti e la crudeltà dei gesti con "morbide nevicate di poesia". Due scene su tutte lasciano a bocca aperta: la folata di vento che colpisce Marina e lo specchio rotondo che le copre il sesso riflettendone il volto. Come a dire che bastano gli occhi per dire chi siamo. Sebastián Lelio è, sicuramente, figlio di un Cinema cileno ch negli ultimi anni ha raggiunto apici notevoli grazie ai suoi straordinari autori.
Cinema Estate - Anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra - Schio (VI)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta