Regia di Sebastián Lelio vedi scheda film
Molto interessante questa pellicola cilena di Sebastian Lelio che affronta con la giusta sensibilità e intelligenza un tema ancora spinoso per la cultura latinoamericana e non solo come la transessualità, che ha avuto un buon riscontro a livello internazionale e ha vinto forse un po' a sorpresa l'Oscar per il migliore film straniero. La storia di Marina, ragazza transessuale che convive con il più anziano Orlando e che, quando quest'ultimo muore a causa di un aneurisma, si ritrova a fronteggiare l'aperta ostilità della famiglia di lui, è indicativa di una condizione di discriminazione e intolleranza fin troppo attuale anche da noi, ma svolta con la giusta sobrietà e senza scivoloni gratuiti nel patetico o ricatti emotivi, poiché il regista pone sempre il personaggio al centro della scena in maniera viva, problematica, dunque credibile. A mio parere solo le "apparizioni" di Orlando a Marina dopo la scomparsa risultano un po' troppo idealizzate e forse evitabili, ma per il resto l'odissea della donna alle prese con il prevedibile rifiuto dei parenti di lui, insulti omofobi e maltrattamenti che culminano nell'episodio dell'automobile tocca quasi sempre le corde emotive giuste, in virtù di una scrittura rigorosa e coinvolgente e una regia che amministra il ritmo con precisione e non manca di belle invenzioni figurative. Da quanto ho letto una certa critica italiana l'ha trattato con rispetto ma senza entusiasmo, chiedendosi se fosse un film ancora "necessario" su questo argomento, mentre la critica anglofona è stata decisamente più calorosa ed elogiativa. Eccellente l'interpretazione di Daniela Vega nella parte di Marina, che ha l'occasione di distinguersi anche nelle scene di canto e possiede le physique du role essendo realmente transgender, e fra i caratteristi si nota una breve partecipazione di Luis Gnecco che era stato Neruda nel bellissimo film di Pablo Larrain, qui coproduttore dell'opera. A mio parere è una pellicola necessaria perché su certi temi il dibattito è ancora tutt'altro che esaurito, dato il risorgere di antichi oscurantismi, ma mi sento di promuoverlo come film in sé perché evidenzia qualità cinematografiche considerevoli, che amplificano l'inevitabile denuncia che lo sottende.
Voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta