Regia di Sally Potter vedi scheda film
Janet è stata nominata Ministro ombra della sanità; dà una festicciola in casa con alcuni colleghi e amici, ignorando però che suo marito Bill ha non una, ma due rivelazioni scioccanti da fare.
Un kammerspiel con un ritmo da videoclip: può funzionare? A quanto pare sì, eccome: lo dimostra con grande caparbietà Sally Potter, autrice della sceneggiatura e regista di questo The party, che nonostante il titolo giocato su un imbarazzante doppio senso (il partito / la festa) mostra di essere opera realmente valida, godibile per il pubblico e al tempo stesso intensa di significati. Un film di emozioni (in piena chiave kammerspiel) e di azioni (e perciò si citava lo stile da videoclip) allo stesso tempo, un lavoro nel quale il montaggio (Anders Refn ed Emilie Orsini) frenetico la fa da padrone, primi piani ravvicinati e camera a mano dettano i tempi delle singole sequenze dando l’idea allo spettatore di partecipare in prima persona alla convulsa, tragicomica situazione. Compiuto è specialmente il lavoro di scrittura, che conferisce i giusti toni bilanciati alla narrazione sfruttando un personaggio spiccatamente comico (l’irresistibile Gottfried di Bruno Ganz), uno esasperatamente drammatico (Tom, cioè Cillian Murphy) e distribuisce le doverose tensioni interne al gruppo, inevitabilmente destinate a esplodere nel corso dell’animata serata. Benissimo anche il resto del cast, con un grandioso Timothy Spall in testa; gli altri volti sono quelli di Kristin Scott Thomas, Emily Mortimer, Cherry Jones e Patricia Clarkson. Settanta minuti di durata sono la cifra idonea; se qualcosa si vuole realmente obiettare, è sulla tenuta logica della trama che ci si può soffermare: troppi impulsi in contemporanea, troppi stravolgimenti improvvisi, troppa vivacità che si traduce in un mancato climax e in una continua marea di stimoli senza soluzione di continuità fin dai primissimi minuti. Il finale è appropriato, ma girato con poca convinzione. 7/10.
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