Regia di Sally Potter vedi scheda film
Sally Potter, discreta regista britannica, fa tutto da sé, scrivendo pure il copione di questa commedia teatrale che vira in dramma. Il film parte bene, con un piglio da commedia acida alla Woody Allen, dove anche il bianco e nero fa da rimando (una trovata un po' scontata e inutile), e poi, mano a mano che le rivelazioni si accumulano, vira in un Polanski senza averne minimamente l'inquietudine. "The Party" è solo un film d'attori, eccellenti, tutti bei nomi, chiusi in tre stanze, che se la cantano e se la suonano (o se LE suonano, è meglio) senza per questo destare, in me, un grande interesse. E' una storia di borghesia britannica, con lo sfondo della politica, che si sfalda in capricci e isterie, in tradimenti (sbadigli) e doppi giochi, fino a un finale sinceramente penoso e buttato lì. Peccato, ma per gestire un gioco di questo tipo, ci vogliono scrittori e registi di raffinata intelligenza di scrittura, un equilibrio raro, che qui sfugge di mano e dove salverei solo un ascetico Bruno Ganz, invecchiatissimo (ahimè) ma molto divertente. Settanta minuti che mi hanno permesso di finirlo, di resistere, ma il film non mi è decisamente piaciuto: è un puro esercizio di stile.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta