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Corpo e anima

Regia di Ildiko Enyedi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Corpo e anima

di willkane
8 stelle

Con uno stile asettico e desaturato, e una cadenza apatica e sospesa, propria di un cinema intimista, la regista ungherese descrive poeticamente due solitudini differenti, in simbiosi nei sogni e destinate ad unirsi anche nei corpi, nonostante difficoltà del proprio vissuto, fraintendimenti e incomunicabilità.

 

L'uomo è disilluso, maturo e riflessivo, amministra con grande lucidità un mattatoio industriale, non esattamente un luogo facile agli incontri d'amore vista la sua crudeltà. La donna, analista di quel mattatoio, è ossessivamente metodica e professionale, inanimata e imperscrutabile, quasi un costrutto concettuale, e nasconde dentro di se un grande amore verso l'uomo ma, incapace di manifestarlo, inespressiva e infantile com'è, nel suo disperato silenzio, è pronta a farsi scivolare la vita di dosso se non fosse che l'uomo, nel cuore della notte, nel riflessivo momento dedito al passaggio tra conscio e inconscio, decide di comunicarle il suo sentimento salvandole anche la vita.

 

Un film intimista che dietro la sua patina algida racconta una storia d'amore di grande lirismo e di una straordinaria forza espressiva, portandoci, con delicatezza, ad empatizzare profondamente e con compassione con i due silenziosi e dolorosi protagonisti, che in fondo rappresentano drammaticamente l'insopprimibile, pura e istintiva esigenza di amore nella difficile società contemporanea. La fragilità e il disagio emotivo di Maria, anche in virtù del tatto della regista, toccano le corde del cuore, lasciando indubbiamente un segno indelebile nello spettatore. L'uscita dal suo stato alienato, passivo e devitalizzato per mezzo della necessaria e dirompete sfida di apprendere l’educazione ai sentimenti, al contatto fisico, alle relazioni sociali, l'uscita da uno stato mentale infantile e di rapporti umani simulati, giocati virtualmente, è una rappresentazione di una problematica estremizzata, colta con sensibilità poetica e autoriale, che emoziona per quanto effettivamente possiamo immedesimarci noi uomini di un’epoca in cui l’isolamento, il virtuale e l’anaffettività sono sofferenze comuni.

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