Regia di Ildiko Enyedi vedi scheda film
Propedeutica Suggerisco, prima di procedere, di mettere come sottofondo questo pezzo What he wrote di Laura Marling https://www.youtube.com/watch?v=rPkNf_U92i8 che è la strepitosa colonna sonora del film e seguirne il testo. Dopodichè sarete pronti per accogliere la perfezione ..
CORPO E ANIMA TERRITORI DOVE LA VIDA ES SUEÑO
« Sogno, una specie di territorio intermedio fluttuante tra conscio e inconscio. Tracciare quanto più decisamente è possibile i limiti fra conscio, semiconscio e inconscio, in ciò consisterà soprattutto l'arte del poeta. »
Arthur Schnitzler
Maria ed Endre sono gli attori Alexandra Borbély e Géza Morcsányi. Nonostante dei nomi che sembrano dei codici fiscali assieme a quello della geniale regista Ildikó Enyedi, la loro performance è strepitosa. Se a questa sintonia di facce originali e impensabili assieme, costellate da un’illimitata perfezione attoriale oltre che registica, si aggiunge una storia assurda, bassa e alta assieme, una fotografia accurata, un'idea brillante garantita da una scrittura sopraffina, capiamo come spesso l'arte possa aiutare in modo indelebile il cinema.
Si perchè innanzitutto la regista ungherese è un artista, una performer e la qualità della sua originalità è indubbia e qui celebrata in toto.
La contrapposizione tra animali scuoiati e appesi in un macello di Budapest, dove si svolge l'aniconica storia d'amore tra due anime lese, versus la purezza di vita libera di due cervi che scorazzano allegri in un boschetto di neve tra acque limpide e scoiattoli, rappresenta non solo due mondi antitetici, ma anche una metafora profonda tra violenza e purezza, rosso e bianco, sangue e neve; il sangue che è così presente in questo film.
Morte, vita, passione e visione, arricchiti da potenti riferimenti letterari, filosofici, psicologici e teologici se vogliamo.
Come la dicotomia tra sogno e vita da Shakespeare in poi, passando da Calderon de la Barca e finendo con Arthur Schnitzler in Doppio sogno.
Hamlet nel suo monologo parla proprio di scoglio; quello tra il sogno, la vita e la morte.
La vida es sueno di Calderón, opera teatrale emblematica del clima culturale dell'epoca, ha come protagonista un personaggio che avverte con sgomento la futilità di ogni esperienza umana. L'intera esistenza è sogno, caratterizzata quindi da illusorietà, fugacità del tempo, vanità delle cose terrene. L'unica realtà possibile è la morte, che svela all'uomo la vera natura dell'esistenza, cioè l'illusorietà e quindi l'inconsistenza del mondo.
Come sembra chiaramente dirci la protagonista del film in chiave moderna.
Lo stesso fa anche Doppio sogno del 1925, ispiratore di Stanley Kubrick. Tramite il sogno, che rappresenta il climax della storia, si compie una sorta di viaggio liberatorio negli abissi della coscienza.
E così si percepisce la vita (o il sogno di essa) che la regista di Corpo e anima descrive piena, ricca e forte. Anche d'amore. Così come dovrebbe essere, con o senza reale.
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