Regia di Daniele Misischia vedi scheda film
Quando rimanere chiusi nell'ascensore salva la vita
Claudio Verona (Alessandro Roja) è un imprenditore con la puzza sotto il naso, arrogante e pure fedifrago. Una volta giunto in ufficio, prende l’ascensore per recarsi nella sala incontri dove un importante cliente lo sta aspettando. Rimane però bloccato all’interno della cabina a causa di un guasto, e quando si mette in contatto con la centrale operativa prima, e con la moglie poi, capisce che nelle strade di Roma qualcosa di terribile sta accadendo.
Horror nostrano realizzato con scarsità di idee ma con mestiere. Fotografia e montaggio scandiscono i momenti migliori: la prima determina un quadro livido, quasi asettico, dove a risaltare è il sangue illuminato dai neon dell’ascensore; il secondo mantiene la tensione alternando la prospettiva interno cabina/esterno, in pratica lo sguardo dell’incredulo protagonista, un Alessandro Roja impegnato in una prova di maturità passata con il sei meno meno.
Non fatevi impressionare da locandina e trailer pieni di sangue, perché il film tiene da parte splatter e violenza, che rimane quasi sempre fuori campo. Sono invece molto riusciti i momenti di introspezione del meschino protagonista , che riflette sulla propria mera esistenza chiedendosi se valga la pena ancora vivere.
La città eterna, immortalata in tutta la sua bellezza nella breve intro e nell’epilogo fa solo da cornice ad una storia claustrofobica, girata tutta nell'ascensore. A quando un horror fra le strade di Roma?
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