Regia di Giuseppe Ferrara vedi scheda film
Film "politico" come da titolo
Il film ripercorre cronologicamente i giorni del rapimento di Moro, dalla strage di via Fani, fino al rinvenimento del corpo senza vita, del presidente DC in via Caetani. Il regista cerca di compiere la ricostruzione di quel terribile periodo ,funestato da attentati devastanti, da delitti assurdi e vissuto all'ombra di angosce e inquietudini di ogni tipo,"i terribili anni di piombo”.Periodo in cui la "querelle" politica era diventata lotta armata e aveva preso il volto dei famigerati membri del nucleo armato delle Brigate rosse, che nelle loro velleitarie intenzioni, avrebbero voluto attaccare “il cuore dello Stato”nella persona di Aldo Moro,rappresentante illustre e simbolicamente importante, politico di lungo corso, illuminato e lungimirante, che aveva concepito,insieme ai vertici del PCI, un'idea, che avrebbe potuto,perolmeno in teoria,cambiare il corso della storia, il famoso "compromesso storico"grazie al quale il partito comunista italiano, sarebbe potuto entrare nella maggioranza parlamentare,per la prima volta, esprimendo fiducia al Governo Andreotti.La strage di Via Fani bloccò questa iniziativa sul nascere. Dopo il sequestro il clima diventò rovente e avvelenato, oltretutto fu turbato da lacerazioni profonde nel tessuto sociale e perfino all'interno dei singoli partiti, tra coloro che propendevano per la linea della fermezza e la salvaguardia delle Istituzioni e quelli posssibilisti, cioè disponibili alla trattativa per la liberazione, di Moro,ma la "cosiddetta ragion di Stato”prevalse " e cosi lo statista, dopo una prigionia di 55 giorni, durante la quale fu sottoposto a un processo politico, da parte del cosiddetto «tribunale del popolo» istituito dalle Brigate Rosse e dopo aver chiesto invano uno scambio di prigionieri,attraverso una fitta e inutile corrispondenza epistolare, la cui paternità però, fu spesso messa in discussione,,fu “sacrificato”, Difficile capire le dinamiche che seguirono questo processo e si fa inutile dietrologia, quando si ragiona su chi ha maggiori responsabilità, per questo delitto, definito "politico"Relativamente facile,ma nemmeno pi tanto, individuare mandanti ed esecutori materiali, più difficile risalire alle colpe morali. Lo scopo dichiarato delle BR era colpire la DC in quanto cardine dello stato,ma anche il PCI, che con esso si stava alleando,in questa ottica infatti, l’attentato, avrebbe interrotto la lunga marcia di avvicinamento, alle istituzioni democratiche, inaugurata da Moro, per affermare al contrario, la condotta dello scontro rivoluzionario, per una lotta armata contro lo stato "capitalista"in alternativa ad un'operazione riformista e pacifista. Giuseppe Ferrara racconta uno spicchio importante della nostra storia, degli ultimi anni, con una regia asciutta e neutrale, uno stile essenziale, senza retorica,così come deve essere e utilizzando un attore versatile come Gian Maria Volontè che diede il volto al protagonista, soffermandosi soprattutto sul dramma umano e spirituale,dell’uomo tenuto recluso nel buio anfratto e che cerca un’improbabile ancora di salvezza,fino alla fine dei suoi giorni La pellicola è ispirata al libro "I giorni dell'ira. Il caso Moro senza censure" di Robert Katz, anche co-sceneggiatore della trasposizione filmica, è il primo film a occuparsi di questo scottante tema, nel 1986.Dopo ne sono stati girati altri, forse anche più storicamente precisi, ma questo ruppe coraggiosamente il silenzio. Non mancarono decise e forti polemiche all'uscita nelle sale,l'opera suscitò reazioni contrapposte e molti ne misero in discussione attendibilià e credibilità politica.
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