Regia di Rodrigo Cortés vedi scheda film
Horror modestissimo
Un’adolescente ribelle e problematica, dopo l’ennesimo episodio di piromania, di cui è triste artefice, viene di forza iscritta dalla madre e dal patrigno, in quanto orfana di padre nella riservatissima scuola privata Blackwood, un collegio femminile, sito in una vecchia magione circondata da una fitta e buia foresta e gestita dalla misteriosa Madame Duret alias Umma Thurman. Sole altre quattro allieve sono ammesse nell'Istituto, soggetti altrettanto indisciplinati e con un passato travagliato quanto il suo, ma ben presto si ritrovano a scoprire di possedere delle doti nascoste, di cui non erano mai state consapevoli. Le giovani sviluppano quasi magicamente, delle sorprendenti capacità in diverse discipline, chi per la matematica, chi la pittura, chi la poesia e chi la musica, e manifestano inspiegabili e straordinari talenti. Ma qualcosa di soprannaturale e di sinistro si aggira nel lugubre edificio e le ragazze sono sempre più tormentate da incubi e visioni, Tratto dal romanzo di Lois Duncan “Down a Dark Hall, ” grande successo della letteratura young adult in America, il film si muove nell’ambito di atmosfere gotiche e colori freddi, per ambientare il classico drammone personale, dell’adolescente conflittuale e perdente, di fronte alla sua seconda chance, che non si nega a nessuno. Su un impianto narrativo già piuttosto debole e dallo schema abusato, s’innesta una “ghost story” disordinata e congestionata, quando il mistero inizia a svelarsi, scopriamo, dunque, che la folla di apparizioni non è anonima e che le presenze sono “blasonatissime e titolate” e che le sorprendenti qualità artistiche delle giovani studentesse, hanno un’origine precisa e una spiegazione. Ma se la pseudo soluzione dell’enigma, potrebbe stimolare una qualche riflessione, il resto della messa in scena naufraga in un “mare magnum” di banalità a buon mercato,effetti speciali "telefonati" facendolo precipitare in una storia noiosa, e puerile. L’ottima fotografia di Jarin Blaschke e i primi piani in interni bui e claustrofobici mostrano un “sinistro” fascino, ma non bastano a salvare il film.”. Dark Hall “non decolla mai e sbanda continuamente, rimbalzando fra tante suggestioni in modo pretestuoso, lasciando sul campo solo l’evidenza dei propri banali cliché e delle proprie contraddizioni. Umma Thurman nei panni della ferrea e ambigua direttrice, offre una recitazione, al minimo sindacale, per nulla aiutata da uno script,che le fa pronunciare solo frasi fatte. Non va meglio alla giovane AnnaSophia Robb,il campionario espressivo che propone al pubblico è stringatissimo
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