Regia di Roxanne Benjamin, Sofia Carrillo, Annie Clark, Jovanka Vuckovic vedi scheda film
Irrisolto collettivo con taglio "esclusivamente femminile". Vince la noia, ampiamente evocata da storie inconsistenti, attrici da commedia e messa in scena con pilota automatico.
Film suddiviso in quattro episodi, diretti da donne, della durata di circa 20 minuti ciascuno.
The box - regia di Jovanka Vuckovic (*)
Susan (Natalie Brown) assiste impotente agli infausti effetti provocati dal contenuto di una misteriosa scatola: prima il figlio e poi gli altri membri della famiglia raggiungono la morte per denutrizione.
The birthday party - regia di Annie Clark (*)
Che brutta idea ha avuto il marito della premurosa sposina (Melanie Lynskey): morire proprio il giorno del compleanno della figlia! La fedele signora farà di tutto perché la festa si svolga comunque, tentando di nascondere il cadavere del coniuge.
Don’t fall - regia di Roxanne Benjamin (*)
Un gruppo di ragazzi si inoltra in un bosco, all'interno del quale sono presenti strani disegni tracciati con sangue su alcuni sassi. Gretchen (Breeda Wool) finisce per ferirsi proprio su una roccia con gli strani simboli...
Her only living son - regia di Karyn Kusama (**)
Con orrore, una giovane madre è destinata a scoprire che la reale natura del suo bambino è da ricercare tra sulfurei miasmi infernali: il Demonio, nientemeno, ne è il padre.
Quattro donne dietro una macchina da presa (cinque se si considera il lavoro -un bel po' fuori tema- della cornice di animazione che lega gli episodi, opera della brava Sofia Carrillo). Tranne la cantautrice Annie Clark, qui al debutto come cineasta, le altre tre colleghe hanno già tentato (con modestissimi risultati) di dire la loro: gli esiti sono stati il noioso The invitation e il caotico Jennifer's body per la regia di Karyn Kusama (fermatela per carità!); Self portrait e The guest a firma di Jovanka Vuckovic; mentre a Roxanne Benjamin va attribuita la direzione di Southbound e di un paio di trascurabili corti del ciclo V/H/S (1 e 2).
Che dire? Che probabilmente l'horror non è nelle corde della sensibilità femminile, o perlomeno di questo gruppo femminile. Anche a volersi soffermare solo su questo irrisolto collettivo, due sono gli elementi che più emergono: nonostante la breve durata dei segmenti, di quattro episodi non ve n'è uno che non sia fonte di sbadiglio; la centralità del ruolo femminile è trattata con superficiale argomentazione, e questo non rende merito alla vera intelligenza e superiorità -altrove, non certo in regia- del sesso debole. Potevano almeno puntare sull'erotismo che qui, bandito a favore delle insignificanti protagoniste degli episodi, è annichilito da ruoli materni ridotti a risibile macchiette, con personaggi più simili ad automi senza anima (e men che meno cervello) che ad esseri umani...
Insomma, la visione di questo XX - Donne da morire (dal ridere, aggiungiamo noi) sono 81 minuti che sembrano non finire mai. A parziale discolpa per l'infelice esito raggiunto da questo brutto film ad episodi (raramente capita che in un prodotto antologico nessun segmento sia interessante) bisogna dire che un budget un po' più sostanzioso avrebbe forse permesso alle "autrici" di curare meglio la messa in scena, qui davvero prossima alla qualità amatoriale.
Nulla da dire sulla edizione home video. Ottima la slipcase della Midnight Factory, contenente l'amaray con all'interno il bluray e un booklet a cura di Nocturno Cinema.
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