Regia di Jonathan Milott, Cary Murnion vedi scheda film
Il punto di forza di Bushwick è la regia, con movimenti agili e fluidi della macchina da presa e grande abilità nel rendere credibile lo scenario apocalittico ed avvincenti le scene d'azione. Purtroppo la sceneggiatura non è all'altezza, anzi spesso cede alle scorciatoie della banalità e delude per mancanza di originalità.
FESTIVAL DI CANNES 2017 – QUINZAINE DE REALISATEURS
Uno dei tre film presentati al Festival di Cannes 2017 destinato a non uscire mai in sala, ma ad approdare direttamente sugli schermi della produttrice Netflix, Bushwick prende il titolo dal quartiere di Brooklyn in cui è ambientato.
All'uscita della metro di Bushwick Lucy ed il fidanzato si trovano all'improvviso catapultati in un inaspettato scenario di guerra, tra sparatorie, missili e bombardamenti. Dopo la rapida dipartita di lui, Lucy (Brittany Snow) si trova ad attraversare sola le strade insanguinate dalla violenza, almeno finché non incontra Stupe (Dave Bautista) ex marine che, con le sue abilità militari e la sua granitica prestanza fisica, si rivelerà un aiuto non da poco al fine di sopravvivere alla mattanza che imperversa per le strade solitamente tranquille, scatenata dall'attacco di un misterioso gruppo paramilitare.
Il film ha un punto di forza ed un punto di debolezza. Il primo è la regia, con movimenti agili e fluidi della macchina da presa e grande abilità nel rendere credibile lo scenario apocalittico ed avvincenti le scene d'azione, con molti efficaci piani-sequenza. Purtroppo la sceneggiatura non è all'altezza, anzi spesso cede alle scorciatoie della banalità e delude per mancanza di originalità (come ad esempio nella trita spiegazione delle motivazioni della ribellione armata che ha attaccato il quartiere). Peccato per l'occasione sprecata: una maggiore attenzione alla scrittura avrebbe potuto regalarci un action interessante ed innovativo, la cui presenza ad un Festival importante come quello di Cannes sarebbe stata maggiormente giustificata.
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