Regia di Jonathan Milott, Cary Murnion vedi scheda film
CANNES 70 - QUINZAINE DES RÉALISATEURS
In uscita dal metro' alla fermata di Bushwick in Brooklyn, una coppia di giovani fidanzati nota un insolito clima desertico attorno a loro.
Uscendo a cielo aperto, li aspetta un vero e proprio teatro di guerra, con morti straziati, feriti urlanti ed agonizzanti, e con la polizia in assetto da guerra che spara a sangue freddo sui passanti generando panico tra i civili.
Il fidanzato di Lucy rimane poco dopo vittima di un lanciafiamme e la ragazza, terrorizzata ed in fuga, si imbatte nel muscoloso ex marine Stupe, dapprima ostile, poi più proteso a collaborare nel tentare di tornare incolume dalla sua famiglia e salvare la sua nuova compagna di sventura.
Cosa sta succedendo? La regia nicchia su questo aspetto per accumulare suspence, fornendoci particolari piuttosto vaghi e poco convincenti.
Il film, diretto a quattro mani piuttosto bene soprattutto nelle sue numerose scene action dalla coppia Murnion/Milott, è il terzo film qui al festival prodotto in esclusiva da e per Netflix, con la star da blockbuster Dave Bautista che figura, oltre che come coprotagonista, anche in veste di produttore esecutivo.
E se l'incipit adrenalinico e sorprendentemente apocalittico può evocare, da distante e con le debite varianti e distinzioni, una sorta di Distretto 13 (pochi indifesi contro una massa impari per forza ed organizzazione che li opprime per motivi ignoti), in seguito il film sceglie maldestramente di concentrarsi unicamente sulla sola azione e sulla sopravvivenza delle prede, tralasciando completamente ogni minima considerazione sulla parte avversa contro cui i sopravvissuti ingaggiano una strenua lotta per la sopravvivenza.
Un vero peccato, che sciupa il buon pathos iniziale e che trasforma le valide premesse in un action dozzinale al pari di tanti, troppi altri prodotti di pura routine commerciale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta