Regia di Jack Clayton vedi scheda film
Deborah Kerr è la più grande attrice di madre lingua inglese della storia a non aver vinto un'oscar, e questo si aggiunge alla lunga lista di torti osceni commessi dall'Academy. Non si possono spiegare in alcun modo le sue 6 nomination come protagonista e neanche una vittoria, perdendo spesso con attrici che avevano fatto perfomance inferiori alle sue. In un mondo giusto avrebbe ricevuto almeno 2 oscar, ed invece s'è dovuta accontentare di un misero golden globe e BAFTA, venendo ignorata anche dai festival europei. L'attrice dopo un periodo decennale di lavoro ad Hollywood, ritorna in Inghilterra e prende parte a Suspence (1961), pellicola di Jack Clayton, regista che si era fatto notare per il precedente film La Strada dei Quartieri Alti (1959) e che con questo adattamento di un romanzo di Henry James, decide di cambiare genere ed approccio. Clayton cura regia e produzione, lasciando la sceneggiatura a Truman Capote (autore di Colazione da Tiffany e a Sangue Freddo).
Siamo innanzi ad un film raffinato ed elegante, che si porta dietro l'origine letteraria da cui deriva e che può considerarsi a tutti gli effetti l'unico difetto tangibile di un film pressoché incriticabile per il resto.
Il film è una sorta di thriller/horror psicologico con un paio di sequenze un po' morbose, che danno appieno il senso di inquietudine che si respira appena si mette piede in questa grande villa di campagna. Clayton fa' uso di una vasta profondità di campo per ampliare il senso di claustrofobia derivato dai corridoi dell'immobile, mettendone in risalto il lato barocco ed eccessivo, in modo da risaltare l'immutabilita' temporale del luogo.
Miss Giddens (Deborah Kerr), è un'istitutrice assunta dallo zio di Flora e Miles, per occuparsi della loro istruzione, ma arrivata alla villa, scopre come certi avvenimenti passati messi a tacere, abbiano avuto una forte influenza sui due bambini e sono causa dei loro strani comportamenti.
Le visioni di Miss Giddens di Jessel (precedente istruttrice) e Quint (un cameriere), due persone che dovrebbero essere morte, accentua il lato soprannaturale della storia, valorizzato da filtri applicati sulla Mdp o applicazione dei neri ai bordi dell'obiettivo della cinepresa, che non fanno mai capire sino in fondo se il tutto sia vero o uno stato allucinato della protagonista derivato da irrisolti conflitti interiori, che sono portati allo scoperto dal comportamento molto strano di Flora e Miles. In effetti i due bambini non sembrano tali, ma assumono atteggiamenti e modi di porsi tipicamente adulti... molto simili a quelli dei defunti Jessel e Quint.
Se Jessel è stata contaminata dalla vicinanza di Quint, quest'ultimo invece è il personaggio più misterioso e affascinante del film; non lo vediamo mai direttamente perché è morto, ma da come viene descritto, sembra essere un uomo dalla bellezza ripugnante e dalla morale depravata, tanto da contaminare la precedente istitutrice che da persona allegra e felice, diventò irriconoscibile tanto da arrivare a coinvolgere anche i due bambini. Miles e Flora non sono malvagi di per sé, perché in quanto tali sono due "innocenti" puri e senza cattiveria, ma è la corruzione di chi gli è stato accanto ad averli rovinati.
Senza una figura paterna o una famiglia (lo zio non vuole problemi), i due bambini ne hanno cercato una alternativa in due figure che si sono rivelate deleterie e che dopo la morte, per via della loro depravazione in vita, risultano sospese in un limbo, pronte a tormentare con voci, sussulti, urla e folate di vento (accentuati con innovativi effetti sonori) Miss Giddens, che vuole far di tutto per venire a capo della faccenda.
Di gran livello sono le perfomance dei due attori che impersonano Miles e Flora, ma ovviamente la migliore è una monumentale Deborah Kerr alla miglior interpretazione di tutta la sua carriera; ora amorevole e premurosa, ora sull'orlo di una crisi di follia che minaccia il suo equilibro mentale perso tra corridoi oscuri e giardini soleggiati, poiché per un'atmosfera gotica riuscita, c'è necessità di un po' di luce in modo da accentuare il contrasto tra i due elementi. È una perfomance fatta di equilibri e degna di un posto tra le migliori 100 di sempre; uno scandalo che non abbia ricevuto una nomination agli Oscar o un premio a Cannes dove il film era in concorso. Comunque sia, il film è un piccolo capolavoro, che risente forse solo un po' troppo del presiziosismo letterario di origine, ma per il resto è un film assolutamente da recuperare.
Film aggiunto alla playlist dei capolavori dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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