Regia di Simone Godano vedi scheda film
Un neurochirurgo, in crisi con la moglie, tenta un esperimento connettendo le menti di entrambi. In questo modo però i due si scambiano le memorie, facendo sì che lui assuma la personalità di lei e viceversa. Gag a ripetizione.
Moglie e marito, opera non priva di meriti, è sostanzialmente la trasposizione in scena del modo di dire "mettiti nei miei panni". Il che, al di là della scarsità di effettivi contenuti, dimostra però quantomeno la capacità delle sceneggiatrici (Carmen Roberta Danza e Giulia Louise Steigerwalt) di riempire e decorare con grazia e di saper andare in profondità attorno a questo esiguo materiale di partenza. Come salvare un matrimonio in crisi? Scambiandosi i ruoli, immedesimandosi l'uno nell'altro partner: fin qui siamo nei territori della banalità, ma la pellicola osa qualcosina di più, adottando un espediente letterario e cinematografico abusato come è quello dell'inversione delle personalità e delle memorie: X nel corpo di Y, Y nel corpo di X. Lo sbadiglio però non arriva (quasi) mai: oltre ai meriti di scrittura, la forza del lavoro sta anche nella dinamica regia di Simone Godano, all'esordio nel lungometraggio e indubbiamente promettente 'nuova leva'. Venendo invece a ciò che non funziona, è necessario annotare l'overacting, la recitazione iperbolica di Pierfrancesco Favino, eccessivo nel dar vita a un effeminato protagonista che non ha nulla a che vedere con la sobria moglie (di cui dovrebbe avere assunto il carattere e le movenze: ma Kasia Smutniak-moglie è tutt'altro tipo di donna); allo stesso modo la Smutniak 'tramutata' in suo marito diventa improvvisamente un maschiaccio, un cafone da bettola, come difficilmente un neurochirurgo potrebbe essere (ma questo sembra più un limite di scrittura: se Favino macchiettizza, la Smutniak evita di applicare troppa enfasi al suo 'nuovo' personaggio: sono le battute, i vestiti, le situazioni - ad es. l'arrivo del ciclo - che non convincono). Due bei momenti nel finale: la chiusura tout court, ben congegnata, e la tirata retorica in tv di poco precedente, che associa argomenti risaputi a qualche intelligente spunto di riflessione assolutamente non scontato; in quest'ultima nota si può ritrovare la formula dell'intero film. Altri interpreti: Andrea Bruschi, Valerio Aprea, Marta Gastini. 4/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta