Regia di Guido Chiesa vedi scheda film
Primo film del regista Guido Chiesa, premiato con la Grolla d'oro a Saint Vincent e presentato a Venezia. Girato nel cuneese (Chiesa è di Torino), Il caso Martello mostra già l'attitudine del regista all'indagine civile ed alla ricostruzione storica, andando a toccare il tema della resistenza e dei partigiani (in seguito girerà Il partigiano Johnny, tratto da Fenoglio), nonchè quello della memoria dolorosa di un passato che ancora tormenta il personaggio del titolo. Con un cast adeguato che vede in scena Alberto Gimignani (che aveva già recitato, fra gli altri, per Scola e Amelio) nei panni del protagonista ed una serie di buoni nomi di spalla (Ivano Marescotti, Felice Andreasi, Luigi Diberti ed anche Bruno Gambarotta, effettivamente non impeccabile però), la pellicola procede con un ritmo cauto fra i grigi panorami invernali della campagna piemontese (prevalenza di scene in esterno), alla ricerca di una verità inaspettatamente disperata; soggetto e sceneggiatura firmati dal regista e da Antonio Leotti. Chiesa proveniva da un importante apprendistato in terra americana, dove aveva lavorato anche per Cimino, Roeg e Jarmusch; eppure questo suo esordio è decisamente italiano, ambientato in una fredda provincia nordica e con una serie di personaggi ben delineati. 6/10.
Nel 1955 in un incidente automobilistico dovuto ad una buca nella strada il signor Martello, uscitone illeso, rimase vedovo. 35 anni dopo un agente delle assicurazioni ritrova per caso la pratica relativa alla donna e si accorge che Martello non ha mai incassato i 300 milioni che gli spettavano. Ma rintracciare Martello non sarà facile...
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