Regia di Andrew Dosunmu vedi scheda film
Una pellicola costruita nel buio, claustrofobica dove una intensa Michelle Pfeiffer si "scorge" nelle ombre delle suggestioni. Una prova attoriale che emula Charlotte Rampling ("Hannah") o Robert Redford ("All is lost")
Una pellicola costruita sul buio, i'ombra di Michelle la attraversa, La si scorge sempre e solo nella penombra. Le luci non esistono e le rare scene all'aperto sono cupe, portatrici di nefasti presagi. La colonna sonora, quando è presente, è fastidiosa tutto è sotteso allo stato d'animo della protagonista. Kyra è disillusa, sappiamo poco del suo passato e la storia trattata è una piccola storia annegata nella difficoltà di chi è senza lavoro e non sa come tirare il carretto... rimangono allora i sotterfugi, gli espedienti, e lo spezzarsi a chiedere prestiti. Sceneggiatura minimale ma di effetto, regia che si prende i suoi tempi rarefatti e cerca nel rallenti la suggestione. Ci riesce. Prova attoriale che richiama alla mente Charlotte Rampling vincitrice alla mostra cinematografica di Venezia ne "Hannah" di Andrea Pallaoro o la prova in solitaria di Robert Redford ne "All is lost".
Ora alcuni spettatori potranno domandarsi il senso di guardare un film buio per una ora e quaranta minuti. Mah... ... ... risponderei che la pellicola non è da seguire con gli occhi ma con l'anima e richiede una particolare pazienza nel cogliere le struggenti suggestioni di alcune scene o la sottile angoscia di altre sequenze (es: l'incontro con la ragazza che fa pubblicità con i cartelloni o i fallaci colloqui di lavoro...)
Un ultimo consiglio.. chiudere persiane e fare buio in casa per riuscire a distinguere qualcosa nello schermo !
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