Regia di Danny Strong vedi scheda film
Tentare di catturare in un bio pic la figura carismatica e misteriosa di J.D.Salinger, credo sia una bella impresa. L'esordiente Strong, che arriva dalle serie TV e, purtroppo, si vede, decide di ridurre in pellicola una delle tante biografie sullo scrittore di Manhattan, fornendoci una versione su come sono andati i fatti. Segue Salinger dagli esordi, dalla sua frequentazione della Columbia University dove incontra il suo mentore, un insegnante di scrittura creativa, (un ottimo Kevin Spacey), che lo convincerà del suo talento e lo indirizzerà verso il suo capolavoro, "Il Giovane Holden". Poi verrà la guerra, lo sbarco in Normandia, lo stress post traumatico e l'isolamento definitivo. Molta roba, se si vuole, ma che si srotola bene, molto bene, con attori che ci credono, una bella ricostruzione d'epoca e dialoghi brillanti. Certo, il budget non è alto e si vede e "Rebel In The Rye" ha lo stesso difetto, per esempio, di un'altra biografia, comunque riuscita, come quella su Johnny Cash di qualche anno fa: tutto molto lineare, senza sobbalzi, con una certa patinatura, ma che fa il suo lavoro egregiamente, conoscendo perfettamente i propri limiti. Così ci si appassiona facilmente all'animo tormentato di questo scrittore, piace la sua idea anticonformista, la sua ricerca della verità nella vita come nella scrittura, il suo tentare di essere puro, nonostante le pressioni che riceverà dopo il successo del suo romanzo. Un film snello ed efficace, quindi, che ci aiuta a dare uno sguardo alla prima parte della vita, molto lunga, di Salinger. Un film che non si gonfia di retorica, mai, che non cerca voli pindarici, premi, che non ammicca, proprio come Salinger a cui, chissà, forse sarebbe piaciuto. Bello e interessante.
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