Regia di Julian Rosefeldt vedi scheda film
Un film da vedere, ma non da ascoltare, questo Manifesto dell'artista Julian Rosefeldt, che si stacca decisamente da qualsiasi altro prodotto visibile al cinema per via di uno sperimentalismo che ne fa un'opera del tutto apolide tra i generi, completamente inclassificabile. Il Manifesto del titolo fa riferimento ai manifesti artistici (situazionismo, futurismo, architettura, espressionismo astratto, creazionismo, costruttivismo, dadaismo, surrealismo, fluxus, arte concettuale) e politici del XX secolo, uniti a quelli di registi come Brakhage, Von Trier, Jarmusch ed Herzog. A interpretare senza soluzione di continuità i tredici personaggi che rappresentano altrettanti manifesti c'è Cate Blanchett, attrice straordinaria che qui dà una prova di versatilità del tutto fuori dal comune. Se l'opera - caso più unico che raro di prodotto cinematografico su commissione (a volerlo è stato l'Australian Centre for the Moving Image) - affascina sul piano visivo, proponendo alcuni degli stessi materiali del regista/artista stesso in forma di installazioni, è la voce fuori campo, quasi sempre uguale a sé stessa - a disturbare e a rendere troppo cerebrale, persino respingente, un'opera poco o per niente cinematografica, riuscita soltanto a metà.
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