Trama
Possono i manifesti artistici della storia essere applicati alla società del XXI secolo? L'attrice Cate Blanchett esplora le dichiarazioni artistiche più appassionate e innovatrici del XX secolo (dal manifesto futurista alle parole di Jim Jarmusch, passando per la Pop Art e Lars von Trier) per comprendere la loro rilevanza sociopolitica attraverso una serie di una serie di sorprendenti monologhi.
Approfondimento
MANIFESTO: TREDICI PERSONAGGI NATI DALL'ARTE
Diretto e sceneggiato dall'artista visivo Julian Rosefeldt, Manifesto presenta l'attrice Cate Blanchett impegnata in 13 differenti storie, ognuna ispirata ai manifesti senza tempo dei movimenti artistici del XX secolo. Da una telegiornalista a un senzatetto, dalla Pop Art al Dogma 95, una camaleontica Blanchett si sottopone a un vero e proprio tour de force trasformandosi in 13 distinti personaggi che si basano sugli scritti di futuristi, dadaisti, artisti del network Fluxus, suprematisti, situazionisti e altri gruppi di artisti, così come sui pensieri di singoli artisti, architetti, ballerini e registi. Lo stesso Rosefeldt ha scelto con cura i manifesti da usare realizzando i 13 collage in cui si fa ricordo anche alle idee di Claes Oldernburg, Yvonne Rainer, Kazimir Malevich, André Breton, Sturtevant, Sol LeWitt, Jim Jarmusch e molti altri ancora.
Con la direzione della fotografia di Christoph Krauss, le scenografie di Erwin Prib, i costumi di Bina Daigeler e le musiche di Nils Frahm e Ben Lukas Boysen, Manifesto viene così descritto da Rosefeldt: "Da studente ho studiato, quasi come la maggior parte delle persone che si avvicina alla storia dell'arte, il Dadaismo, il collettivo Fluxus, il Surrealismo e il Futurismo in maniera superficiale. Tempo fa, mentre ero impegnato nelle ricerche per un altro progetto, mi sono imbattuto in due manifesti del poeta e coreografo francese Valentine de Saint-Point e mi sono galvanizzato. Dopo qualche tempo, mentre ero a Berlino, un amico mi ha presentato Cate Blanchett durante una mostra sui miei lavori e in maniera molto spontanea è nata l'idea di fare qualcosa insieme. Rileggendo quei manifesti e testi di altri famosi artisti ho trovato improvvisamente il soggetto per quel "qualcosa".
Nei mesi successivi ho letto ogni manifesto, inclusi quelli sul teatro, sulla danza, sul cinema e sull'architettura. Ero sorpreso dal vedere come spesso le stesse idee comparissero da un testo all'altro senza che gli artisti si conoscessero: i manifesti non solo erano rappresentativi dell'arte a cui facevano riferimento ma testimoniavano come gli artisti fossero alla ricerca di una propria identità in un mondo che non offriva loro grande sicurezza. Del resto, la storia dell'arte è figlia della storia e gli artisti rielaborano ognuno a modo proprio il contesto storico in cui vivono, rileggendolo, reinventandolo o spingendo all'azione.
L'idea di base per Manifesto non era quella di illustrare i testi ma quella di immergere Cate all'interno dei manifesti, facendo diventare lei stessa un manifesto attraverso tredici differenti personaggi, tutti diversi a cominciare dal modo di parlare e di porsi: una broker, una madre conservativa, una manager, una parlante a un funerale, una punk, una coreografa, un'insegnante, un'operaia, una commentatrice di notizie, una reporter, una marionettista, una scienziata e un senzatetto. Abbiamo girato in soli 11 giorni a Berlino con tempi che ricordano quelli di produzione di una soap opera".
Il cast
A dirigere Manifesto è Julian Rosefeldt, un videoartista che vive e lavora a Berlino. Dal 2001, Rosefeldt insegna anche all'Accademia di Belle Arti di Monaco. Le sue opere e installazioni hanno fatto il giro dei festival e dei musei di tutto il mondo e molti dei suoi lavori sono presenti nelle collezioni di rinomate… Vedi tutto
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.