A chi si chiede se sia possibile fare buon cinema partendo da soggetti poco originale e molto inflazionati, "The Big Sick" offre più di un motivo per essere ottimismi. Ambientato a Chicago - anziché nella solita New York - "The Big Sick" racconta la storia d'amore tra Kumail e Emily (Zoe kazan, nipote del celebre Elia, già min concorso come attrice e sceneggiatrice di "Ruby Sparks"), ostacolata dai genitori del protagonista, i quali , di origine pakistana, vorrebbero il figlio sposato con una donna della stessa etnia. Nulla di nuovo dunque, se è vero che qui come altrove, il conflitto è la conseguenza delle differenze culturali, e ancora, della volontà di non volervi rinunciare da parte di una delle parti in causa. Sennonchè, a riequilibrare la partita entrano in gioco fattori non pronosticabili, che, nella fattispecie, rispondono al nome di John Apatow, presente nel film in veste di produttore e soprattutto all'affiatamento tra il regista Michael Showalter. e gli attori Kumail Nanjian e ,appunto, Zoe Kazan. Il tocco di Appatow è riconoscibile nell'esattezza della rappresentazione, in parte, prelevata dal mondo sferzante e caustico degli stand-up comedian frequentati dallo stesso a inizio di carriera e, sempre per restare ad Apatow, dalla capacità del film di passare dal comico al drammatico (la grande malattia del titolo è quella che colpisce Emily, facendola entrare in coma) senza soluzione di continuità. Mentre al regista e agli attori va dato il merito di aver creato personaggi che risultano sexy per la loro intelligenza e in ragione di un mood che si mantiene sempre scanzonato ma partecipe. In questo modo l'empatia di Kumail ed Emily sommata alla partecipazione con cui si seguono le loro vicissitudini finisce per mettere in secondo piano la prevedibilità di certe situazioni e gli stereotipi da cui "The Big Sick" non è comunque esente. Uscito negli Stati Uniti con buon seguito critico e discreto successo commerciale, non è dato di sapere se Amazon (società distributrice) farà uscire il film nelle sale italiane, oppure opterà per lo sfruttamento sulla propria piattaforma. Se potessimo decidere preferiremo la prima opzione.
(pubblicata su ondacinema.it)
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