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Beatriz at Dinner

Regia di Miguel Arteta vedi scheda film

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La recensione su Beatriz at Dinner

di leporello
8 stelle

   Con estrema  nonchalance e con un pretesto tanto semplice quanto efficace (un banale guasto all’automobile), Il regista portoricano Miguel Arteta riesce a mettere intorno allo stesso elegante tavolo di una cena anche di affari, le due posizioni più estreme possibili in termini di scala sociale, di visione globale dell’esistenza e della vita, e (perché no?) di integrità morale.

   Gli riesce molto bene, sia nella caratterizzazione dei due protagonisti (Beatriz è un’immigrata messicana chi lo sa se legale o no, con doti forse non soltanto naturali di guaritrice di stampo olistico, ovviamente vegetariana; Doug è il classico caimano ricchissimo e senza scrupoli, palazzinaro estremista e dedito alla caccia grossa nel tempo libero), sia nella scelta degli attori chiamati ad interpretarli (Salma Hayek in versione acqua e sapone è davvero incisiva, John Lithgow è semplicemente strepitoso), e soprattutto nella cornice in cui inserisce la storia, avvalendosi di un pentagono di personaggi “cuscinetto” il cui ruolo di involontaria e necessaria mediazione tra i due estremi è del tutto fondamentale.


   Sorprende, di conseguenza,  la schiettezza con cui il film riesce ad esprimersi e ad esprimere le posizioni, senza mai degradare in luoghi comuni o in esagerazioni di stile o di linguaggio che pure avrebbero potuto facilmente incombere pericolosamente  su una sceneggiatura del genere. Al contrario, il film sposta efficacemente il mirino, grazie anche ad un finale spiazzante, sul piano individuale e delle responsabilità personali di ognuno, togliendo da sotto i riflettori  le posizioni astratte e le disquisizioni sui massimi sistemi, inquadrando piuttosto a dovere ciò che ogni essere umano deve rendere conto anzitutto a stesso ed alla propria storia  prima di pontificare su tutto il resto.


   “Quell’uomo ha ucciso la mia capra” è l’ultima frase che pronuncia, affranta,  Beatriz: ciò che legava Beatriz alla sua capra sarà l’unica cosa a cui Arteta vorrà dare importanza e rilievo, al di là di ogni  politica.
Ottimo film.

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