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Amiche di sangue

Regia di Cory Finley vedi scheda film

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La recensione su Amiche di sangue

di Antisistema
7 stelle

Nonostante la media bassa e certi voti mediocri, Thoroughberds di Cory Finley (2018), escluse certe intaccature da opera prima e quel retrogusto indipendente da Sundance festival in certa scrittura calcolata nel dialoghi e talune caratterizzazioni alternative, che possono far storcere il naso di coloro non amanti di opere così, nasconde dietro la dark commedy/dramma un ritratto spietato di un'alta borghesia americana, meschina, sterile ed apatica nella sua vita di tutti i giorni impossibile da ignorare, il che fa compiacere lo spettatore della destinazione cinematografica dell'opera, rispetto alle intenzioni teatrali originarie, le cui reminiscenze si riverberano sicuramente in una struttura divisa in quattro capitoli, i dialoghi centillinati ed una certa ricercatezza letterario-simbolica propria più del palcoscenico che del grande schermo, ma Finley azzecca la bella location e soprattutto le due interpreti adolescenti disadattate; Amanda (Olivia Cooke), anaffettiva emotiva creduta da tutti mentalmente instabile, perché ha ucciso il cavallo oramai zoppo della famiglia tramite un coltello nell'iniziale scena enigmatica di apertura e la sua amica Lily (Anya Taylor Joy), ragazza di buone maniere, che nasconde dietro la sua sensibile emotività, un lato ipocrita fortemente manipolatorio-egocentrico, dettato dal proprio percepirsi al centro di tutto, secondo i propri desiderata personali, incapace di trovare l'origine dei problemi che non sia di matrice esterna alla propria persona.
Due caratteri opposti, ma cinismo materialista e sensibilità emozionale, riescono ad incrociarsi tra loro per via di Mark (Paul Sparks), patrigno di Lily dall'infole ricattatoria-manipolatoria, una caratteristica in comune con la figliastra, che non può non disprezzarlo, progettando così di eliminarlo su suggerimento dell'amica, la quale non provando alcuna emozione, descrive l'omicidio come un atto di assoluta naturalezza, che solo una nazione bigotta-puritana come gli USA, rigetta in modo ottuso, quando esso seppur brutale nella descrizione dell'esecuzione del cavallo, in realtà è stato un atto di umana pietà; il cavallo zoppo va abbattuto e solo chi è disposto a farsene carico, può sopportarne le conseguenze.

 

Anya Taylor-Joy, Olivia Cooke, Anton Yelchin

Amiche di sangue (2017): Anya Taylor-Joy, Olivia Cooke, Anton Yelchin

 

Più intelligenti della media delle coetanee, Amanda e Lily, disprezzano la società e la classe sociale d'appartenenza, ma da brave ipocrite ovviamente non vi rinunceranno mai per gli ovvi vantaggi ottenuti; i longtake di Wyleriana memoria, inquadranti le due ragazze sul divano, le immortalano in un'aleatoria fissità, prigioniere delle loro critiche estenuanti, che siano i loro genitori o un vecchio film in b/n alla TV, di cui Amanda critica il finto pianto dell'attrice, da lei giudicato come mera tecnica senza sentimento, in un cortocircuito finzione/realtà della sua malattia, ma emblema anche di una borghesia fredda e totalmente distaccata dai rapporti umani, dove pure un pasto diviene un insostenibile gioco annichilente di sguardi ed ogni dialogo tra i componenti della famiglia un fucile da cecchino pronto a far fuoco, non stupisce il disprezzo nutrito da Lily verso Mark, né che quest'ultimo svolga il suo hobby della modellistica e gli allenamenti di tennis o training di canottaggio tramite l'ausilio di macchine, oggetti con cui evidentemente ha un rapporto più umano, che con le persone stesse, il che porta Amanda ad osservare con gelido distacco emotivo lo squallore delle loro vite mediocri, per poi dover constatare infine, di come la propria esistenza risulti priva di significato poiché destinata a non essere mai lambita dalle emozioni umane, che le sono precluse nel suo calcolato tecnicismo, ma alla fine comunque Amanda si dimostra per 2 volte, ben più umana della sua amica, nonostante gli sguardi apatici della brava Olivia Cooke, mentre l'ambivalenza di Lily, ci consegna tramite Anya Taylor Joy, un personaggio ben più oscuro, sottile e stratificato nell'interpretazione rispetto alla propria partner, tramite un'aridita' empatica nei confronti del prossimo, che prende tutto, senza dare nulla, perfetta incarnazione di una borghesia che auto-fagocita sempre stessa a lungo andare, come il piano sequenza fisso nella scena-clue di durata freddamente estenuante nel proprio carico emotivo. 

Thoroughberds, soffre di una certa incrostazione da film Sundance, con allungamenti superflui nel personaggio dello spacciatore Tim (Anton Elchin), una parentesi troppo lunga dal focus principale, ma la bravura delle interpreti e una regia che riesce a non divenire mero teatro filmato, comunque ne fatto un oggetto anti-sistema di interesse indubbio, fondendo Wyler ed Hitchcock con la freddezza chirurgica di Lathimos.

 

Olivia Cooke, Anya Taylor-Joy

Amiche di sangue (2017): Olivia Cooke, Anya Taylor-Joy

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