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Il punto del terrore

Regia di Alex Nicol vedi scheda film

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La recensione su Il punto del terrore

di moonlightrosso
3 stelle

Tipico drive-in movie degli anni settanta

Contrariamente a quanto si potrebbe intuire dalle locandine grondanti sangue, non ci troviamo di fronte a un horror bensì a uno di quei drammoni a forti tinte con venature gialle e dalle connotazioni erotiche piuttosto spinte, almeno per l'epoca, di recente riesumati dall'oblio al quale erano stati ingiustamente (o giustamente) relegati.

La trama, piuttosto "pulp", si incentra sui destini di Tony Trelos, un mediocre cantante rock tanto squattrinato quanto fascinoso, che viene sedotto e circuito da Andrea, moglie del gelosissimo discografico miliardario Morgan Hilliard, ridotto in sedia a rotelle a seguito di un incidente. La morte per annegamento di Morgan nella piscina della sua villa, la bramosia di Andrea, ormai divenuta ricchissima vedova e l'amore per Helayne, figlia diciottenne di Morgan, avuta dal primo matrimonio, faranno da cornice per una serie di eventi, trattati in maniera piuttosto farraginosa, che sfoceranno nel tragico e inaspettato finale.

Una pellicola decisamente bizzarra e a bassissimo costo facente parte di una schiera non propriamente eletta di prodotti destinati ai circuiti dei drive-in d'oltreoceano e che circolò, ancorchè in maniera non capillare, anche sui nostri schermi, grazie a coloro che una volta venivano definiti i cosiddetti distributori regionali.

Sul versante attoriale, il film si ricorda anzitutto per l'interpretazione decisamente cagnesca del semisconosciuto Peter Carpenter, nella parte della rockstar Tony. Produttore e anche autore del soggetto ama farsi riprendere spesso e volentieri a petto scoperto con fugaci esibizioni delle proprie "grazie" e con piedi inguainati in dozzinali sandalozzi crociati di dubbio gusto. Impegnato altresì in veste canterina, il nostro ci sciorina un repertorio abbastanza anonimo di brani soul dal vago sapore afro americano, talora autocoreografati da movenze "da negro" talmente goffe e penose da suscitare nei malcapitati spettatori null'altro che crasse risate involontarie. Il suo fisico muscolare fa inoltre da insolito controcanto a quello "caricaturale" di Andrea, impersonata dalla regina dell'exploitation Dyanne Thorne (protagonista della saga di "Ilsa, la belva delle SS"), che rimane il nome più noto in un cast sostanzialmente composto da carneadi. Gli adoratori del weird e dello strange potranno infatti ammirare il suo corpo minuto, per non dire quasi rachitico ma sul quale si stagliano puntuti seni dalle dimensioni al di fuori di ogni norma e dalle forme degne del peggior fumetto porno.

A parte i bizzarri protagonisti, riserviamo una nota di merito per il generico Joel Marston nei panni del rancoroso e acido miliardario Morgan.

Nel gineceo formato da scialbe caratteriste citerei le illustri sconosciute che interpretano la dimessa Sally, confidente sororale e occasionalmente anche amante della rockstar Carpenter, che riscatta un'interpretazione anonima con uno straniante finale a sorpresa, nonchè la petulante Fran, amica del cuore della pettoruta Andrea; non riuscendo minimamente a competere nella conquista del Carpenter in quanto troppo brutta, riveste nell'economia del racconto un ruolo marginale per non dire totalmente inutile.

Glissando sugli altri dimenticabili interpreti e concentrando l'attenzione sulle situazioni trash, presenti per nostra gioia in gran copia, un posto d'onore va senz'altro alle scene degli omicidi. Su tutto e su tutti il testè citato annegamento in piscina del miliardario Morgan al termine di deliranti aggressioni nei confronti della maliarda moglie Andrea, consistenti in cariche con la sedia a rotelle a mo' di un toro infuriato nell'arena; il tutto sottolineato da incredibili e risibili melodie spagnoleggianti "da corrida" composte "ad hoc" (vedere per credere!!!). Più comica che tragica ma non per questo meno degna di nota è poi la scena in cui la nostra rockstar dei poveri scaraventa giù per una scarpata la detta maliarda, sempre al termine di una lite, dopo averla fatta roteare sulle sue possenti spalle come si fa con una bambina di cinque anni. A livello di assurdità non possiamo non citare il detective di rara idiozia che non esita ad archiviare gli omicidi come morti accidentali e che si autoconvince, da vero imbecille, come Andrea sia inequivocabilmente precipitata da sola nel burrone e soprattutto come il miliardario e paralitico Morgan non abbia trovato di meglio da fare che buttarsi in piscina con tutta la sedia a rotelle!!

"Punto del terrore" rimane dunque un "very low budget movie" dalle atmosfere decisamente malate ma che non riesce, a causa di una messainscena povera e ridicola, nè a sferrare quei colpi allo star-system, come del resto avrebbe voluto fare, nè tantomeno ad incanalarsi negli stilemi del noir. La regia velleitaria ancorchè non del tutto pedestre di tale Alex Nicol, già attore di terza fascia holliwoodiana, è infatti quasi completamente annullata dai troppi momenti di irresistibile comicità involontaria, causati anche da un eccessivo spazio concesso al Carpenter, nonchè da uno script di rara sciatteria. Alcune interessanti e originali soluzioni stilistiche come un rapporto sessuale ripreso in vari momenti e da varie angolazioni con una curiosa tecnica "multi split screen" si perdono poi in un'esecuzione sostanzialmente maldestra e senza mordente.

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