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L'altro volto della speranza

Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film

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La recensione su L'altro volto della speranza

di tobanis
7 stelle

Film inconfondibile, che tocca molte corde e molti aspetti presenti in tutte le Nazioni ieri oggi e domani.

Il regista Ari Kaurismaki, fertilissimo in passato, ha ora centellinato le sue opere. Io non sono mai stato un suo particolare fan, ma ricordo che mi piacque anni e anni fa il suo L’uomo senza passato, soprattutto per l’atmosfera unica e molto particolare del tutto. Ora un’altra sua opera dopo oltre 15 anni e il marchio non è cambiato, gli attori esprimono i sentimenti (se anche lo fanno) soprattutto con le parole, ben di meno con le espressioni (malgrado innumerevoli primi piani o immagini ferme sui volti), ma a volte anche spesso senza parole, se le stesse sono inutili. Sono quasi dei robot (esagerando) ma le storie raccontate vanno alla radice dell’umanità, col protagonista siriano in fuga per tutta l’Europa e infine approdato in Finlandia, dove si vede negare l’asilo politico perché ad Aleppo non ci sono problemi, gli viene detto (la sera stessa il tg finlandese, ovvio, trasmette le immagini del bombardamento dell’ospedale pediatrico da parte dei cani siriani e russi, oltre a varie devastazioni in corso da mesi ad Aleppo…). Un’altra speranza è però possibile, sembra, se il protagonista in fuga, oltre all’ottusità delle autorità, trova però l’amicizia delle persone, dall’infermiera all’altro mitico protagonista, che lo assume nel suo ristorante e gli dà una identità nuova. Sì perché malgrado la serietà delle istituzioni, basterà poi un ragazzino per fargli nuovi documenti e il tutto è “una cazzata, che ci vuole”. Il protagonista del ristorante, a sua volta, ha smesso di fare il rappresentante di camicie, ha mollato la moglie senza una parola e ha coronato il suo sogno, rilevando un locale non prima di avere dimostrato di essere un talento mostruoso al poker, con cui si procura una barca di soldi e un divieto a rifarsi vedere sul tavolo da gioco.

Tutto insomma è un po’ assurdo in questo film, ma sottilmente comico o pure tragico, vedi il ristornate che per risollevarsi si butta nel sushi, la gran moda del momento, con esiti catastrofici e la sfiga di una corriera di giapponesi che si ferma proprio da loro…

Film un po’ faticoso all’inizio, dato che va un po’ inquadrato il tutto, poi però prende molto e i volti e le vicende degli attori (ma non solo) tornano in mente nei giorni successivi. Per me un 7, il film ebbe degli osanna da ogni dove da parte della critica, vinse un premio “minore” al Festival di Berlino (Orso d’argento alla regia), piacque abbastanza anche al grande pubblico, anche se parliamo di un film d’essai, anche per i minimi incassi a fronte di minime spese.

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