Regia di Dino Risi vedi scheda film
Un' altra commedia cattiva e amara di Dino Risi, regista che si distingue per l' occhio impietoso e realistico che punta sui suoi personaggi, rappresentanti di una società amorale dove conta solo il denaro, e l'avidità è la caratteristica principale che domina su tutto, insieme alla furbizia e la falsità.
Si ride con garbo e a denti stretti in questo film, soprattutto per i confronti fulminanti tra Alberto Sordi e Franca Valeri, ottimi interpreti e caratteristi quasi agli antipodi che qui funzionano benissimo e suggeriscono le anime opposte e inconciliabili dei loro personaggi, un imprenditore megalomane, mediocre e incompetente pieno di debiti e di cambiali da pagare, che regala all'amante Gioia, piccola arrampicatrice sociale meno ingenua di quanto possa apparire a una prima impressione, la pelliccia della moglie, ma pronto a rivenderla per pagare i debiti o gli stipendi dei suoi operai (il commendatore è praticamente la rappresentazione di quella classe spocchiosa e arrogante che "fa il passo più lungo della gamba" e ha portato l' Italia al collasso attuale); Alberto deve in realtà la sua fortuna ai soldi della ricca moglie Elvira, donna oculata e sagace, pungente in maniera esilarante nel suo rapportarsi allo stolto consorte, molto più portata per gli affari di lui, e troppo consapevole delle mancanze e dell' inettitudine del marito Alberto Nardi che chiama con sarcasmo cretinetti per tutto il film, anche in presenza di amici e collaboratori.
Quando Alberto riceve la notizia della morte di Elvira in un incidente ferroviario, eventualità fino a quel momento solo desiderata e sognata, crede finalmente di aver raggiunto la libertà oltre all'eredità della moglie che gli consentirebbe di fare e disfare a piacimento.
In realtà, la moglie è viva e vegeta.
Esilarante e raggelante il momento in cui "la morta" entra nella casa addobbata a lutto e incontra addirittura l'amante di Alberto. l' ironia e la compostezza naturale di Franca Valeri nell'affrontare la rivale è da antologia.
Se prima il marito non riusciva a piangere la defunta, e fingeva una contrizione inesistente, ora non fa altro che versare lacrime per la viva, e naturalmente tutti fraintendono la ragione di tanta commozione.
Il colmo, addirittura l'amante gli volta le spalle che punta l'attenzione su un uomo più facoltoso anche se più vecchio.
Esasperato, Alberto concepisce e progetta l' omicidio della detestata consorte, che mai aveva pensato di attuare fino a quel momento, con la collaborazione di altri tre individui servili, meschini e inetti quanto lui, su cui spicca la figura grottesca sempre sull'attenti del conte, suo collaboratore e tirapiedi ossequioso per tutta la pellicola, altra figura che rappresenta bessimo un tipo di persona purtroppo molto comune e troppo presente a tutti i livelli e in tutti gli ambienti, il ruffiano.
Nulla andrà come Alberto spera.
In un bianco e nero pulito e attraverso una sceneggiatura perfetta costruita come un orologio, e nei toni di una commedia amara, elegante e anche piuttosto cinica, Dino Risi rappresenta sempre realtà, umori e caratteri che appartengono al nostro paese, alla nostra morale a volte troppo spicciola, e il geniale regista pare sempre tristemente troppo all'avanguardia.
Recente il remake con Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto, che non ho ancora visto, ma dalle recensioni fin qui lette dubito che sia all'altezza di questa commedia.
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