Regia di Dino Risi vedi scheda film
Povero Alberto Nardi! Pieno di debiti e con i creditori alle calcagna, è pure vittima della ricchissima e tirannica moglie, che, sotto mentite spoglie, è anche strozzina. Il suo patrimonio è intoccabile e solo alla sua morte lo potrà ereditare. Se solo morisse... Finché il treno sul quale viaggiava per raggiungere la Svizzera finisce fuori binario. Ma in realtà non è morta e il suo ritorno porterà il nostro a pianificare il suo omicidio.
"Che fa Marchese...": il mediocre industriale Alberto Nardi rimprovera sempre così, con tono altero, il fedele e sottomesso ragioniere Stucchi. Fino alla fine: "Che fa Marchese, spinge?". Ma ormai è troppo tardi. Memorabile tassello della nostra commedia umana nazionale virata in nero, diretto dal superbo Dino Risi, che l'ha scritto con, tra gli altri, Rodolfo Sonego, Fabio Carpi e Sandro Continenza e la Franca, rappresenta uno degli apici della commedia all'italiana e della carriera di Alberto Sordi, qui veramente eccezionale. Il suo Nardi è un cinico imbecille, un uomo eticamente fallito e parassita della ricca e tirannica moglie, sorta di popolano opportunista ed arraffone che si è fatto alto-borghese. Eppure è l'eroe del film: impossibile non provare un briciolo di simpatia per una macchietta squisitamente disprezzabile, specialmente dopo la ricomparsa della moglie e il successivo piano per farla fuori. Se il film può essere considerato un vero cult è merito della spettacolare Franca Valeri che apostrofa il marito come "Cretinetti": con Sordi l'alchimia e la repulsione sono pazzeschi. C'è una Milano in evoluzione che va letta in parallelo a quello de Lo svitato con Dario Fo, una specie di "lavori in corso" su quella città che ha in sé una strana anima nera, qui totalmente esplosa: la rappresentazione del contesto è acidissima.
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