Regia di Don Sharp vedi scheda film
La vera ragione di essere di questo film (forse l'unica) e' la superba interpretazione di Christopher Lee nei panni dell'inquietante Rasputin, il monaco dotato di poteri ipnotici che plagio' la famiglia reale russa poco prima della sua caduta. Purtroppo e' il resto che non convince appieno. Una messinscena caratterizzata da una sceneggiatura molto sintetica che si limita all'indispendabile, con passaggi narrativi risolti in maniera piuttosto sbrigativa (l'incidente al piccolo Zar e il suicidio di Sonia) e un cast di comprimari (il medesimo di DRACULA, PRINCIPE DELLE TENEBRE uscito lo stesso anno) che non e' molto di supporto allo straordinario Lee. Il marchio di fabbrica della Hammer e' visibilissimo nell'atmosfera cupa e tenebrosa che aleggia sull'opera per tutta la sua durata e la regia di Don Sharp non fa rimpiangere più di tanto quella del maestro Fisher. Purtroppo e' la Russia dell'epoca che si sente poco. Per un horror gotico bastava poco: il solito castello, la solita locanda, una carrozza e le location tipiche di questi film. Qui ci troviamo al cospetto di una pellicola con ambizioni storiche, che a causa del solito basso budget che la Hammer si autoimponeva, non riesce a darci un quadro chiaro di quel periodo e di quegli avvenimenti, risultando complessivamente piuttosto superficiale. Sempre grazie a Christopher Lee, le sorti del film riescono a risollevarsi nel concitato e drammatico finale.
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