Regia di Tarik Saleh vedi scheda film
Una cantante viene assassinata all'interno di un hotel. C'è una sola testimone, una ragazza somala addetta alle pulizie. Il detective di polizia Noredin (Fares) è convintissimo, dalla testimonianza raccolta, che il responsabile sia un intoccabile, membro del parlamento egiziano. Ma altri indizi portano verso un paparazzo che ricatta uomini potenti, la testimone tentenna e il detective sembra guidato più dal bisogno d'ordine sociale che da quello di perseguire la giustizia per vie lagali.
Ambientato nelle settimane del gennaio del 2011 che anticipano la primavera araba in Egitto, Omicidio al Cairo è un giallo atipico nel quale poco conta la scoperta del colpevole e la razionalità della trama delle indagini. "Crede di essere in Svizzera? Qua la giustizia non esiste", borbotta il parlamentare al detective che lo ha messo dietro le sbarre. E infatti al regista Tarik Saleh interessa soltanto raccontare quel clima di corruzione diffusa e capillare, che contagia indistintamente tutti e che ha portato la popolazione civile all'esasperazione. Preoccupatissimo di sottolineare a suon di didascalie il suo teorema politico, il regista dimentica trama e film, conferendo a quest'ultimo uno stile algido, straniato, lentissimo, destrutturato e con troppi buchi di sceneggiatura.
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