Regia di Peter Jackson vedi scheda film
Una sgangherata compagnia teatrale di animali antropomorfi sta mettendo a punto gli ultimi ritocchi in vista della prima. C'è molto nervosismo e non mancano drammi, rivalità, tensioni, problemi di ogni tipo.
Non sono i Muppets e non potreste scambiarli per loro neppure per sbaglio: sono i Feebles, una compagnia teatrale di pupazzi che rappresentano animali antropomorfi, con tutti i vizi degli esseri umani e nessuna virtù o quasi. Brutte, sporche e cattive: non si salvano in alcun modo le marionette messe in scena da un giovane Peter Jackson, ancora lontano dalla celebrità mondiale che gli procureranno le regie delle saghe fantasy nel nuovo millennio (dal 2001-03 della trilogia de Il signore degli anelli al 2012-14 della trilogia de Lo hobbit). Marciume di ogni tipo: un alligatore eroinomane, un elefante incontinente con un figlio illegittimo avuto da una gallina, una mosca giornalista dedita a rovinare le carriere dei vips, perfino un coniglio sessodipendente con la mixomatosi, malattia ripetutamente paragonata nel film all’aids; con un parterre de rois del genere si intuisce facilmente come la visione non possa essere consigliata né ai bambini, né agli adulti in cerca di fiabe a lieto fine. Anche se una sorta di finale accomodante c’è, per quanto possa valere; ma l’intera storia è un concentrato di violenza ed episodi sordidi, proposti con un certo compiacimento nella sceneggiatura che il regista firma insieme a Stephen Sinclair, Frances Walsh e Danny Mulheron. Quello che funziona meno della pellicola è la scarsa solidità dell’intreccio, che si ingarbuglia spesso sul piano logico – e pazienza – e che risulta talvolta un po’ prevedibile, finale incluso (e questo è già meno perdonabile). Tre anni più tardi Jackson tornerà sul grande schermo con un’opera di culto: Splatters – Gli schizzacervelli. Una discreta deriva horror già si assapora in Meet the feebles, del resto. 4/10.
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